Beirut, 15 giu – Lo Stato di Israele sembra non avere alcuna intenzione di fermare l’escalation di attacchi aerei che da anni colpiscono la Siria. Nel silenzio dei media italiani, l’ultimo raid risale appena alla scorsa settimana. Data l’allarmante situazione, il presidente siriano Bashar Al Assad si è visto costretto a chiudere l’aeroporto civile di Damasco.
Ancora una volta Israele, sulla Siria si è giustificata asserendo di voler fermare le spedizioni di armi iraniane a Hezbollah. Cinque giorni dopo gli attacchi aerei, i voli commerciali sono ancora interrotti all’aeroporto internazionale di Damasco.
Venerdì scorso, prima dell’alba, i missili israeliani si sono schiantati sulle piste dell’aeroporto, provocando numerosi crateri e danneggiando la torre di controllo e altri edifici. Sempre nella scorsa settimana, l’Iran aveva accusato Israele di aver assassinato diversi membri di alto rango della Guardia Rivoluzionaria. In Libano, invece, Hezbollah ha minacciato di colpire un impianto di perforazione per il gas, che Israele sta installando nel Mediterraneo, in un’area marittima che il Libano rivendica come sua.
Il ruolo russo
L’escalation tra Israele e Siria arriva quando uno dei principali alleati di Iran e Siria, la Russia, sta affrontando un difficile momento della sua guerra in Ucraina. Fin dai tempi del comunismo sovietico, in Siria i russi hanno diverse truppe, basi aeree e la base navale di Tartous; l’unica che Mosca vanta all’interno del Mediterraneo. Inoltre, la Russia, ancora oggi sostiene Assad nella lunga guerra contro il terrorismo internazionale che ha attaccato la Siria.
“Israele sta inviando il messaggio che non lascerà che l’Iran colmi il vuoto lasciato dalla Russia in Siria mentre è impegnata con l’Ucraina”. A dichiararlo è il giornalista siriano Ibrahim Hamidi, editore diplomatico per gli affari siriani presso il quotidiano londinese Asharq Al-Awsat.
Le giustificazioni israeliane
Da anni lo Stato sionista bombarda la Siria con attacchi aerei. Gli israeliani affermano di essere determinatI a impedire il trinceramento iraniano vicino al confine settentrionale ebraico. Inoltre, secondo Tel Aviv, sarebbe in corso un traffico di armi da Teheran a Hezbollah.
È con queste affermazioni che gli attacchi di Israele in Siria continuano nell’indifferenza dell’Onu. Dicono di colpire le basi delle milizie iraniane e Hezbollah, così come i convogli che si dice portino armi alle truppe sciite libanesi.
Gli attacchi di venerdì scorso, però, hanno colpito un obiettivo civile causando la chiusura dell’aeroporto Damasceno. Come in passato, Israele non ha rivendicato la responsabilità del raid aereo. Nonostante il picco di violenza israeliana, ancora una volta siriani e Hezbollah non hanno reagito all’attacco.
I media siriani hanno affermato che il recente attacco di Israele in Siria hanno ferito una persona e causato diversi danni. Mentre erano in corso le riparazioni, i voli sono stati dirottati verso l’aeroporto di Aleppo. I media israeliani, invece, hanno riferito che l’obiettivo dell’ultimo attacco era impedire il flusso di apparecchiature utilizzate nei missili a guida di precisione verso Hezbollah.
Possibile nuove armi iraniane a Hezbollah
L’analista degli affari militari Yossi Yehoshua ha scritto sul quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth che gli iraniani hanno cercato di intensificare le operazioni aeree. Secondo Israele, in Siria l’Iran avrebbe quindi nascosto le armi negli hangar dell’aeroporto internazionale di Damasco. Ha affermato che ora l’Iran e Hezbollah stavano usando voli civili per Damasco e Beirut per contrabbandare materiale militare destinato a Hezbollah.
“Il materiale è costituito da parti relativamente piccole che sembrano abbastanza innocue” e sono facili da nascondere all’interno di bagagli caricati su voli civili, ha scritto Yehoshua. Anche Amos Harel, corrispondente militare per il quotidiano israeliano Haaretz, riporta che l’Iran aveva trovato il modo per aggirare i controlli israeliani.
Secondo Harel, recentemente, alcuni dei migliori sistemi sono stati introdotti di nascosto sui voli commerciali tramite, appunto, i bagagli a mano. Il giornalista ha aggiunto però che la situazione consentirebbe a Israele di compiere azioni militari di vasta portata, mentre l’attenzione internazionale è concentrata sull’Ucraina.
Israele intende bloccare le vie aeree all’Iran
Gli attacchi aerei di Israele in Siria sono solitamente coordinati con Mosca attraverso un “meccanismo di deconflitto” per evitare il confronto diretto con le forze russe in Siria. In un eccezionale ammonimento pubblico, il ministero degli Esteri russo ha denunciato gli attacchi aerei di venerdì come “provocatori” e una “violazione delle norme fondamentali del diritto internazionale”.
Un giornalista libanese che si occupa di affari arabo-israeliani, Sateh Noureddine, ha scritto che dalla mossa israeliana di colpire l’aeroporto di Damasco si evince “un piano per imporre un blocco aereo completo all’Iran, colpendo anche Hezbollah, privandolo di un collegamento aereo vitale con il suo unico centro di rifornimento militare”.
Verso una possibile guerra tra Israele e Hezbollah
Gli attacchi di Israele in Siria potrebbero dunque essere un ulteriore passo verso una possibile guerra tra Israele e Hezbollah, ha avvertito Noureddine, scrivendo sul sito di notizie libanese Al-Modon, di cui è caporedattore. Hezbollah e Israele hanno una lunga storia di scontri, inclusa la guerra su vasta scala nel 2006. Attualmente le tensioni tra i due nemici sono aumentate a causa della disputa sul confine marittimo israelo-libanese, con il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah che la scorsa settimana ha minacciato di colpire l’impianto di gas israeliano in fase di installazione.
A febbraio, Nasrallah aveva affermato che Hezbollah produce droni militari in Libano e dispone della tecnologia per trasformare migliaia di missili in loro possesso in munizioni a guida di precisione. Un analista militare libanese che segue da vicino gli affari in Siria e Libano ha affermato che, i funzionari siriani, sono stati insolitamente “a bocca chiusa” dopo un attacco di simile importanza.
“In Siria c’è silenzio a tutti i livelli e la reale portata dell’attacco è sconosciuta”, ha dichiarato, chiedendo esplicitamente che il suo nome non sia reso pubblico per evitare conseguenze da parte del governo siriano. “La tempistica dell’attacco e il collegamento con gli sviluppi regionali sono sconcertanti”, ha infine affermato.
Israele insiste nel perseguire la sua politica di aggressione interna ed esterna
Intanto, con gli occhi del mondo puntati sulla guerra in Ucraina, ancora una volta gli attacchi di Israele in Siria si intensificano. Lo stesso è avvenuto negli ultimi mesi anche verso la popolazione palestinese all’interno e all’esterno dei confini israelinai. Se contro Hezbollah e Pasdaran vi è un immemore attrito fondato sullo scontro etnico e religioso, il medesimo non dovrebbe valere però, in teoria, contro le componenti cristiane.
Lo Stato di Israele persegue infatti una politica militare che non sta facendo distinzioni confessionali. Molti sono stati i civili di fede cristiana massacrati dagli israeliani, sia in Siria che in Palestina. Non ultima la reporter cinquantunenne di Al Jazeera, Shireen Abu Aqleh, cristiana, uccisa a sangue freddo nel corso di scontri fra miliziani palestinesi ed esercito israeliano nel campo profughi di Jenin.
Fatta eccezione per poche prese di posizione che hanno esternato il proprio sconcerto, soprattutto a Oriente, alle Nazioni Unite non sembra importare la nuova allarmante escalation militare mediorientale. Israele insiste nel perseguire la sua politica di aggressione interna ed esterna. Talvolta distante dai servizi giornalistici, il piano bellico israeliano non sembra destinato ad esaurirsi. Anzi.
Andrea Bonazza
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