Roma, 8 lug – Nonostante le note controindicazioni, sono ancora tanti in Africa coloro che coltivano tabacco nella speranza di guadagnare qualcosa per vivere. Nel breve termine per molti contadini africani la coltivazione di tabacco porta benefici economici, ma nel medio e lungo termine questa coltura crea danni enormi all’ecosistema, impoverisce il suolo e danneggia l’ambiente senza contare che ogni ettaro usato per coltivare tabacco è un ettaro sottratto alla coltivazione di prodotti agricoli che potrebbero sfamare la popolazione.
Africa, come e perché è iniziata la guerra al tabacco
Per capire la gravità del problema, basti pensare che mentre in molti Paesi le superfici usate per coltivare tabacco si sono ridotte drasticamente negli ultimi anni, in Africa sono aumentate del 10,6%. Questo è dovuto non solo a sistemi normativi favorevoli, ma anche all’aumento del numero di africani che fumano sigarette. Alla luce di ciò, l’Organizzazione Mondiale della Sanità non solo sta portando avanti un progetto per sensibilizzare i governi africani su questo problema, ma sta lavorando con diversi Stati del continente nero per portare avanti politiche volte a dare ai coltivatori di tabacco incentivi per coltivare altre derrate alimentari, non solo per produrre più cibo, ma anche per migliorare l’ambiente.
Al momento questo piano è solo nella prima fase, tuttavia si iniziano già a vedere i primi risultati. Un esempio in tal senso arriva dal Kenya, dove negli ultimi due anni duemila contadini hanno smesso di coltivare tabacco e hanno puntato su colture alternative. Risultato? Oltre a produrre più cibo, i contadini kenioti hanno visto i loro redditi aumentare Considerato il successo del Kenya, progetti simili sono stati portati avanti in Zambia e Uganda, ma l’obiettivo è quello di coinvolgere tutti gli Stati africani.
Giuseppe De Santis