Il Cairo, 17 nov – Le autorità egiziane hanno arrestato due dipendenti aeroportuali di Sharm El-Sheik sospettati di aver aiutato i terroristi a piazzare un ordigno sull’aereo della compagnia russa esploso sul Sinai.
L’esplosione a bordo sarebbe stata causata da un ordigno artigianale, ha riferito il capo dei servizi segreti russi, Aleksandr Bortnikov, precisando che sono state trovate tracce di esplosivo di produzione straniera sui frammenti dell’aereo e che la bomba aveva una potenza fino a 1,5 chili di tritolo.
“Chiedo a tutti i servizi speciali di trovare i responsabili di questo atto terroristico. Li cercheremo in ogni posto del pianeta e li puniremo. Contiamo sull’aiuto dei nostri alleati”, ha detto il presidente russo, Vladimir Putin, avvertito degli sviluppi delle indagini.
“Non abbiamo dimenticato nulla e nessuno – ha proseguito Putin -, l’uccisione di nostri cittadini nel Sinai è uno dei più sanguinosi crimini come numero di vittime: non asciugheremo le lacrime dalla nostra anima e dal nostro cuore, ciò che è successo rimarrà con noi per sempre, ma – ha ribadito il leader russo – non ci impedirà di trovare e punire i criminali”.
Le autorità russe avrebbero anche promesso 50 milioni di dollari per chiunque collaborasse al fine di catturare i responsabili della tragedia.
Critiche sono arrivate invece dal governo egiziano, che ha accusato il Cremlino di non aver fornito tutte le informazioni in possesso dei servizi segreti russi e britannici che congiuntamente hanno portato avanti le indagini.
Alessandro Catalano