Mosca, 25 dic – Nessuna pista esclusa, compresa quella di un attentato terroristico. Dopo le iniziali cautele, dal governo russo si fanno sentire le prime reazioni all’incidente che ha visto precipitare nel Mar Nero il Tupolev Tu-154 partito da Sochi alla volta della base di Latakia, in Sria, con a bordo 92 persone fra cui l’intero coro militare ‘Alexandrov’.
Se all’inizio le dichiarazioni sembravano non poter portare alla pista del terrorismo, con il passare delle ore questa si fa sempre più strada. Pesa il fatto che lo scalo di Sochi è un aeroporto non solo militare ma misto civile, anche se “l’idea dell’accesso di persone estranee all’interno dell’area di partenza è assolutamente scartata, così come la possibilità che un membro del personale potesse entrare con oggetti non autorizzati”, ha spiegato il ministro dei Trasporti, Maxim Sokolov. Da qui l’ipotesi: l’aereo sarebbe stato colpito con un missile terra-aria a ricerca di calore, contro i quali il velivolo – militare, ma non attrezzato allo scopo – era privo di sistemi di difesa? Prematuro e forse azzardato, ma secondo un pilota collaudatore dell’aeronautica l’errore umano sarebbe da escludere, ” perchè l’aereo era in fase di decollo”.
“La possibilità di un attacco terroristico è un’opzione – spiega una fonte della sicurezza russa al sito Lenta.Ru – non può essere confermata o esclusa finche non avremo le informazioni dei registratori di volo, ma viene presa in considerazione”. E qui sorge un ulteriore problema: le scatole nere, a differenza di quelle per uso civile, non permettono una localizzazione da remoto, recuperarle richiederà dunque lo scandaglio a tappeto dei fondali della costa del Mar Nero alla loro ricerca.
Per domani, intanto, il presidente Vladimir Putin ha proclamato una giornata di lutto nazionale: “Ci sarà un’inchiesta approfondita sulle ragioni della catastrofe, e faremo di tutto per fornire il nostro sostegno alle famiglie delle vittime”, ha dichiarato.
Nicola Mattei