Roma, 11 giu – Nel 2019 il governo del Ghana lanciò “L’anno del ritorno”, un’iniziativa che aveva lo scopo di incoraggiare gli afroamericani a riscoprire le loro origini. L’anno dell’evento non era casuale, cadeva esattamente 400 anni dopo che la prima nave piena di schiavi lasciava quello l’odierno Ghana per arrivare in Virginia e il governo ghanese sperava che grazie a questa ricorrenza migliaia di afroamericani sarebbe tornare in patria, non solo come turisti ma anche come investitori decisi a rimanere nello Stato africano per portare capitali e conoscenze. Da allora sono passati quattro anni e secondo alcune stime circa 1.500 afroamericani hanno deciso di lasciare gli Stati Uniti per stabilirsi in Ghana.
Ritorno a casa, il progetto del Ghana per gli afroamericani (e non solo)
La campagna ha avuto insomma un discreto successo non solo nell’attrarre turisti afroamericani, ma anche nel convincere molti di loro a stabilirsi in Ghana. A tale proposito il governo ha offerto diversi incentivi quali la sospensione dei costi di trasferimento e ha negoziato con diversi capi villaggio l’acquisto di 500 acri (250 ettari) di terra per permettere a centinaia di famiglie di trasferirsi. Secondo i dati forniti dal Ghana Tourist Authority, soltanto dal gennaio a settembre del 2019 al settembre 2020, sono stati 237mila i turisti che hanno visitato il Ghana, con un aumento del 45% rispetto al periodo precedente. Con il ritorno degli africani in Africa si punta dunque anche a incentivare il turismo e a sviluppare l’economia in settori sinora quasi esclusivamente appannaggio degli occidentali. In Ghana peraltro il costo della vita è ovviamente più basso rispetto a quello degli Usa e gli afroamericani si sentono i benvenuti.
Giuseppe De Santis