Bruxelles, 12 dic – Se può dirsi un capolavoro quello di creare un problema per poi guadagnare potere cercando di risolverlo, allora quella metastasi burocratico-finanziaria che è l’Unione europea ne sta realizzando uno davvero prezioso, almeno per lei. Su iniziativa tedesca – tra i promotori Volker Kauder, capogruppo parlamentare dell’Unione di centro-destra, la stessa della cancelliera Merkel – un documento di un centinaio di pagine prima di Natale sarà all’attenzione del Parlamento europeo e dei capi di Stato e di governo, forse già alla fine della prossima settimana. In questo documento si propone di “arrivare a una gestione più integrata delle frontiere esterne dell’Ue, fra l’altro dando all’agenzia più competenze nei settori della gestione dei confini e dei rimpatri rispetto a quelle attuali di Frontex” e, più chiaramente, di costituire un corpo di polizia di frontiera sovranazionale, composto da unità messe a disposizione dai paesi membri, in grado di intervenire entro tre giorni presso qualsiasi frontiera esterna della Ue, e perfino – previ accordi – dei paesi confinanti come Serbia e Macedonia, prendendo il controllo della guardia di frontiera, inclusa la guardia costiera, del Paese oggetto d’intervento.
Un intervento potrà essere richiesto dal Paese interessato ma, nelle intenzioni tedesche e comunitarie, in caso di crisi o di emergenza sarà prevista la possibilità di superare l’eventuale diniego del singolo Stato, riservando la decisione alla Commissione oppure al Consiglio. Secondo il commissario Ue all’Immigrazione, il greco Dimitris Avramopoulos, citato dalla Reuters, il nuovo corpo di polizia europeo avrà il compito di “difendere le frontiere europee, offrire a rifugiati e migranti sostegno, avrà anche nel mandato operazioni di ricerca e salvataggio, sarà collegato con gli ‘hotspot‘ per prendere le impronte digitali, identificare le persone, in modo tale che nessuno possa entrare nel territorio europeo senza rispettarne le norme”. Sarà, di certo rimane l’ulteriore cessione di sovranità nazionale, dopo quella monetaria e innumerevoli altre. Insomma, ci toccherà perfino rimpiangere quella specie di istituto di statistica che è oggi Frontex. Ecco allora il vero e proprio capolavoro dell’euro-burocrazia: convinta dall’incombente alleato americano a superare la dipendenza energetica dalla Russia in materia di gas naturale, per cadere nelle mani del Qatar e dell’Arabia Saudita, come minimo non ha fatto niente, e probabilmente ha fatto troppo il contrario, per scongiurare il conflitto siriano e – con la caduta di Assad – consentire la realizzazione del gasdotto dal Qatar alla Turchia, col risultato dell’esodo in massa dalla Siria verso la Grecia e quindi la Germania e gli altri paesi del centro e nord Europa. Così che l’incapacità ellenica di contenere la marea di rifugiati veri e presunti, per altro incoraggiata in tutti i modi dalle promesse di accoglienza sostenute proprio da Berlino, ha rappresentato il comodo pretesto per allungare le mani verso il controllo diretto manu militari della sponda nord del Mediterraneo, Italia compresa, nonché di decidere autonomamente chi possa e chi non possa rimanere nel Paese di arrivo o, più in generale, in Europa.
Francesco Meneguzzo
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