Atene, 25 febbraio – In questi giorni gli ateniesi stanno protestando contro il nuovo piano edilizio urbano che permette la costruzione di edifici di dieci piani attorno alla storica Acropoli simbolo della capitale greca. Questo scempio può arrivare a nascondere addirittura parte del mitico Partenone, tempio fondante della civiltà europea. I greci locali hanno lanciato un appello con oltre 4.100 residenti che hanno già firmato la petizione contro i permessi di pianificazione urbana.
Rispondendo alle lettere di protesta, il ministero dell’Ambiente ha istituito un comitato per rivedere le norme standard degli edifici nell’area più ampia che circonda l’Acropoli e, in particolare, l’area di Makriyianni e Koukaki. Nel frattempo, residenti e associazioni storiche e patriottiche faranno appello anche al Consiglio comunale del capoluogo ellenico contro i permessi di costruzione degli edifici.
Offuscare l’Acropoli un “errore madornale”
È inaccettabile consentire la costruzione di edifici così alti vicino l’Acropoli. Dura la presidente della Società ellenica per l’ambiente e la cultura (Ellet) Lydia Karras, che afferma: “La visione dell’Acropoli che domina Atene è parte dell’identità della nostra gente, così come parte del patrimonio europeo. Credo che sia nella natura umana commettere errori. Pertanto, sarebbe generoso da parte del ministro della Cultura e dei responsabili del problema, riconoscere questo errore e riesaminare il permesso di questi edifici”.
L’imponente hotel a 10 piani che verrà costruito è di 5.300 metri quadrati. Nel 2018 il Consiglio Archeologico Centrale diede anche il via libera ad un hotel di 9 piani nella zona ed entrambi gli hotel sono molto vicini al Museo dell’Acropoli. Il monumento del patrimonio mondiale dell’Acropoli, l’ambiente urbano e l’uso residenziale devono essere protetti e gli impatti negativi del turismo massiccio dovrebbero essere ridotti. “Uno sviluppo urbano sostenibile nell’ambiente immediato di Acropoli è imminente” sottolineano. Nel 2016 il quartiere di Koukaki – Makriyanni, a sud dell’Acropoli, è stato dichiarato tra le prime 16 destinazioni turistiche in tutto il mondo. Un motivo sufficiente per gli investitori internazionali e immobiliari per procedere con “la massiccia costruzione di nuovi edifici alberghieri”.
Assenza di regolamenti per proteggere l’Acropoli
“È l’assenza di regolamenti edilizi di protezione e di adeguate misure di pianificazione urbana nell’area, che ha permesso la recente costruzione di edifici di hotel di 10-11 piani”, notano ancora i promotori delle petizioni.
Rispondendo alla protesta dei residenti, il ministero dell’Ambiente progetta di istituire un comitato per indagare sulla questione ed esaminare la possibilità di abbassare l’edificio se il suo rapporto di altezza è superiore agli altri edifici nell’area. In base alle regole attuali, l’altezza media degli altri edifici nell’area è di 6-7 piani con un’altezza massima di 21 metri.
Come può l’hotel ottenere il permesso di costruire 10 piani in un’area del genere? Negli anni della crisi economica, la Grecia è stata sottoposta ad enormi pressioni per portare investimenti nel paese, con il turismo come il settore più redditizio e fiorente. Se non verranno attuate misure contro l’alternanza dell’area, presto verrà costruito un muro di imponenti hotel ai piedi dell’Acropoli con conseguenze drammatiche. Alberghi di 30 metri di altezza verranno a galla tra gli edifici residenziali. La modernità offuscherà ulteriormente la storia d’Europa, non necessariamente in armonia. Il visitatore non sarà più in grado di alzare la testa ammirando uno dei più antichi e importanti siti archeologici dell’umanità. Per non parlare dell’aumento dell’inquinamento acustico e ambientale, dell’eccessivo onere per il traffico e le reti di infrastrutture.
Ciò che sta accadendo ad Atene non è solo un abuso edilizio legalizzato, ma è un vero e proprio attacco alla storia della civiltà occidentale, sempre più minacciata dalle nuove rovine di un mondo in decadenza che non rispetta le proprie radici e, anzi, ne sfrutta barbaramente la sacralità per tramutarli in fenomeni da baraccone minandone le fondamenta.
Andrea Bonazza