Nuova Delhi, 3 mar – Nuovi e più stretti legami tra India e Arabia Saudita: è di pochi giorni fa la conferma di un ulteriore avvicinamento fra i due Paesi, anche in tema di difesa e sicurezza: è stato infatti firmato un Memorandum di cooperazione (Memorandum of Understanding (MoU) on Defense Cooperation ) che permetterà, secondo il Livemint “ scambi di informazioni sensibili legate alla difesa, addestramento militare e reciproci aiuti in materia di logisitca.”
L’intesa è stata conclusa nel quadro di un viaggio diplomatico dell’erede al trono saudita, il principe Salman bin Abdulaziz al Saud, che è anche vice primo ministro e ministro della difesa, dopo una prima seduta del Comitato Saudita-Indiano sulla Cooperazione alla difesa nel 2012, ed è stata firmata mercoledì dal ministro degli Affari Esteri saudita, Bin Obaid Madani, e il ministro della Difesa indiano, Jitendra Singh.
L’avvicinamento fra i due Paesi si è fatto più stretto con la Dichiarazione di Ryiad del 2010 e la Dichiarazione di Delhi del 2006, che, riconoscendo all’Arabia saudita un ruolo chiave nella regione, ha tracciato la strada per relazioni bilaterali sempre più strette. In Arabia Saudita ci sono quasi 3 milioni di emigrati indiani, le cui rimesse sono un valido introito per il governo indiano, e l’India sta accarezzando da tempo l’idea di un nuovo piano di ammodernamento delle strutture statali del valore di 150 miliardi di dollari.
L’Arabia Saudita resta dunque un partner ideale, con una disponibilità economica pari a circa 500 miliardi di petroldollari. Petrolio saudita che è sempre più alla base della crescita indiana peraltro, a testimonianza di un nuovo asse tra le due potenze regionali.
Precedentemente le relazioni tra i due paesi erano più tese a causa del costante appoggio saudita al Pakistan (appoggio mai rinnegato).
Ad oggi pare che entrambe le Nazioni stiano vivendo una fase di espansione in politica estera: i sauditi guardano sempre di più ad oriente, cercando di porsi quali numi tutelari dei Paesi musulmani anche nel Sudest asiatico (prima fra tutti l’Indonesia), pur continuando a mantenere buoni rapporti con Israele e, inutile dirlo, con gli Stati Uniti. L’India dal canto suo cerca di ingraziarsi i Paesi del Golfo garantendosi così forniture energetiche per programmi di crescita di enorme portata.
I rapporti sempre più cordiali fra i due pongono una serie di interrogativi, che si sintetizzano nell’impressione che l’Arabia saudita stia cercando di ampliare la sua sfera di influenza nella parte meridionale dell’Asia. l’India potrebbe diventare dunque un perfetto trampolino di lancio, una volta convinta dalle possibilità di sviluppo del petrolio arabo. Poco importa se lo stesso petrolio ha in passato finanziato l’arcinemico Pakistan.
Il MoU prevede anche collaborazione nella lotta al terrorismo. Cosa che lascia quantomeno perplessi, dato il massiccio aiuto dei sauditi a formazioni waahabite un po’ in tutto il mondo, da ultimo in Siria. Si resta ancor più perplessi visto che fino alla settimana scorsa pareva che l’India volesse imputare i due fucilieri di Marina italiani prigionieri proprio in base al SUA Act, la legge antiterrorismo. Insomma un accordo siglato anche in funzione antiterroristica da una Nazione che in materia ha spesso tenuto un atteggiamento ambiguo da un lato, e da una Nazione che non ha nemmeno ben chiaro il concetto stesso di terrorismo dall’altra.
Valentino Tocci