Roma, 16 ott – Una carneficina. Oltre 300 corpi straziati al mercato di Mogadiscio, martoriata capitale della Somalia dove le stragi da tempo non fanno più notizia. E’ la triste conseguenza di decenni di terrore, continui colpi mortali al cuore della Nazione più devastata e dimenticata del pianeta. Due camion bomba, attribuiti dalle autorità governative agli Shabaab, sabato scorso hanno però provocato un numero di vittime impressionante. L’iniziale bilancio sembrava meno impietoso, ma oggi è salito ad oltre trecento morti, tra cui 15 bambini che erano a bordo di uno scuolabus investito dalle esplosioni. Molte persone sono morte in seguito alle ferite riportate e il conto delle vittime potrebbe aumentare ancora, perché tra i circa 300 feriti molti sono in gravi condizioni.
La prima devastante esplosione, quella che ha provocato la maggior parte dei morti, è avvenuta davanti al Safari hotel, vicino al ministero degli Esteri, forse il vero obiettivo degli attentatori, lungo il quartiere commerciale della capitale, con diversi ristoranti, negozi e alberghi. L’automezzo saltato in aria era stato seguito dalle forze dell’ordine in quanto ritenuto “sospetto”. L’esplosione ha provocato gravi danni anche all’ambasciata del Qatar. Il ministero dell’Informazione somalo riferisce poi che ancora molti corpi sono tuttora sotto le macerie e alla Cnn ha dichiarato che molti feriti sono stati trasferiti in Turchia, perché in Somalia non vi sono centri ospedalieri in grado di curarli. Tanto per comprendere la drammatica realtà, anche dal punto di vista sanitario, dell’ex colonia italiana.
Il presidente somalo, Mohamed Abdullahi Mohamed, ha proclamato tre giorni di lutto, mentre gli attentati non sono ancora stati rivendicati, nonostante il governo punti già il dito come detto sopra contro i jihadisti di al-Shabaab. Il ministro degli Esteri Angelino Alfano è intervenuto dicendo che “l’Italia non farà mancare il proprio sostegno alla Somalia, anche nel quadro delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea, proseguendo una politica attiva contro il terrorismo a beneficio della pace e dello sviluppo del Paese”. Che tipo di politica attiva contro il terrorismo ha intenzione di intraprendere la Farnesina in Somalia è ovviamente un mistero.
Ma cos’è al-Shabaab? In italiano il nome si può tradurre semplicemente “la gioventù” o “i ragazzi”, ma è in realtà una semplificazione del nome esteso arabo Ḥizb al-Shabāb, il Partito della Gioventù. Altrimenti detto “Movimento di Resistenza Popolare nella Terra delle Due Migrazioni”. Al di là dei nomi, tutto sommato poco spaventosi, si tratta di uno spietato gruppo jihadista sorto nel 2006 dalle macerie delle Corti Islamiche sconfitte dal Governo Federale di Transizione, appoggiato dall’Etiopia, durante la guerra civile somala. Nel 2012, i “ragazzi” promisero fedeltà ad Al-Qaeda ma l’adesione vera e propria è stata messa in discussione da alcuni leader del gruppo somalo. Si stima che Al-Shabaab conti tra i 7 mila e 9 mila miliziani, che in seguito a conquiste, razzie e terrore diffuso, dal 2015 hanno iniziato un lento ritiro dalle grandi città per occupare zone rurali dove hanno imposto un regime non dissimile a quello dello Stato islamico. Spezzatosi poi in varie fazioni, il gruppo principale si descrive in lotta contro i “nemici dell’Islam” e si impegna nel combattimento contro il governo federale della Somalia e contro a missione dell’Unione africana (AMISOM). L’ideologia che anima al Shaabab è puramente di stampo sunnita wahabita e per questo fortemente ostile alle tradizioni sufi somale. I legami con l’Isis non sono mai stati realmente accertati.
C’è però una curiosità. Uno dei leader del gruppo jihadista, secondo il britannico Telegraph addirittura il capo indiscusso, è una donna inglese: Samantha Lewthwaite alias la Vedova Bianca. Uno dei terroristi più ricercati al mondo, è forse lei la mente di questo e di molti altri attentati in Africa, tra cui il massacro all’Università di Garissa, in Kenya, dove furono uccisi 148 studenti. Secondo l’intelligence di Sua Maestà però la donna si avvarrebbe di una serie di complici europei, “tagliagole bianchi” che si sono uniti ad Al Shabaab. Data per morta svariate volte, potrebbe in realtà essere di nuovo lei ad aver scatenato l’inferno nell’ex colonia italiana.
Eugenio Palazzini
2 comments
…….evidentemente ha molte protezioni di origine usa-israeliano-emirati…… che li usano e comandano secondo le loro necessità..
…ha una faccia da cavalla ”sfiancata”…..