Roma, 31 mar – A pochi giorni di distanza dalle dimissioni di Marco Patuano, estromesso dal nuovo socio forte francese, il gruppo Vivendi, arriva la conferma delle indiscrezioni che circolavano già da subito: sarà Flavio Cattaneo a subentrare alla guida di Telecom Italia.
Classe 1963 e con una laurea in architettura, Flavio Cattaneo è dirigente di lungo corso a partire dai primi incarichi nell’azienda di famiglia, nella quale entrò negli anni novanta. Seguì poi una brillante carriera nel settore pubblico, nell’ordine: Fiera Milano, Rai, Terna. Un filo rosso lega le lega: Cattaneo è un esperto di operazioni di ristrutturazione, oltre che fautore di grandi cambiamenti. Fu sotto la sua guida che Fiera Milano sbarcò in borsa, operazione completata con successo nonostante il clima di mercato allora non favorevole. E sempre nel corso del suo mandato la televisione pubblica ritrovò quei margini di economicità difficili da centrare. L’apice della sua carriera – almeno fino ad ora – rimane però Terna, che seppe trasformare da ex consociata di Enel a realtà autonoma e in grado di correre sulle proprie gambe, segnando risultati record nonostante gli investimenti miliardari che permettono tutt’ora notevoli risparmi di spesa sulla bolletta degli italiani.
L’arrivo di Renzi sulla scena coincise con il termine della sua carriera da manager di Stato. Nel 2014, infatti, facendo valere il limite di tre mandati secondo norma appena approvata, il governo non lo rinnova alla guida di Terna. Pochi mesi dopo Cattaneo approda a Ntv, la società che gestisce il treno ad alta velocità Italo. Anche qui, un successo: nel giro di pochi mesi e grazie ad un profondo piano di risanamento, la “start up” creata da Montezemolo e Della Valle riesce a depositare il primo bilancio senza perdite. Un fatto non scontato, visto che Ntv navigava da tempo in pessime acque stretta dalla forte concorrenza di Trenitalia.
L’esperienza maturata nei piani complessi faceva di Cattaneo, scelto dal comitato nomine ma su forte pressione dell’ad di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, il candidato ideale. Telecom è alle prese, nonostante i 5 miliardi di risparmi, con un’ulteriore processo di taglio dei costi che dovrebbe, nelle intenzioni del nuovo azionista di riferimento, conseguire almeno un altro miliardo di margini. A preoccupare sono inoltre gli oltre 30 miliardi di debito lordo, in parte eredità delle scellerate operazioni di leveraged buyout fatte nel tempo e che hanno caricato Telecom di questa massa di passività.
La scelta di Cattaneo non è, però, solo “tecnica”, dato che l’aver puntato su di lui per Telecom offre l’idea che i francesi abbiano inteso quali siano i rapporti di forza all’interno dello scacchiere tricolore. L’ex ad di Terna è infatti uomo vicino a Berlusconi, ma la sua nomina mette d’accordo anche Renzi che l’aveva pur estromesso dalla guida della partecipata pubblica. E non stiamo parlando di querelle con Verdini o di maggioranze variabili su questioni residuali del dibattito politico, ma di una società che, visto il delicato settore nel quale opera, è più che strategica ed investe temi sensibili. Il perimetro perfetto per far l’idea che il Patto del Nazareno non si sia mai rotto.
Filippo Burla