Milano, 3 feb – Continua la debacle finanziaria nelle principali borse europee nonostante il rimbalzo del petrolio tornato sopra i 30 dollari al barile. L’indice Ftse Mib di Milano a pochi istanti dalla chiusura giornaliera, cede il 4%. Giù anche tutti gli altri listini del Vecchio Continente.
A piazza Affari sono i titoli del comparto bancario che continuano a soffrire registrando fortissime perdite. Vittime di una speculazione al ribasso che sta perdurando dall’inizio di quest’anno. Le quotazioni dei titoli delle banche italiane non sembrano trovare una fase di arresto e ad oggi sono stati del tutto azzerati i guadagni del 2015. Sospese per eccesso di ribasso i titoli di Intesa Sanpaolo e di Mediobanca
Ma non se la passano bene nemmeno alcune delle maggiori banche europee: ad esempio, il titolo Deutsche Bank che è sprofondato ai minimi storici. Male anche il titolo di Banco Santander, nonostante la banca spagnola abbia registrato un aumento dell’utile netto nel 2015 del 3%, che ha registrato il livello più basso degli ultimi 10 anni (perdita mensile del titolo a quasi il 33% e su base annuale del 43%).
Clamoroso il tonfo di UBS, una delle maggiori banche svizzere, che dopo la pubblicazione dei dati trimestrali, risultati deludenti, ha iniziato a veleggiare verso i minimi di gennaio 2015 (perdita su base annuale del 20%).
Troppe le incertezze che gravano sull’economia globale che a parere di molti investitori finanziari si troverebbe in uno stato ben peggiore di quanto si era ipotizzato. Wall Street, che resta pur sempre la più grande borsa al mondo, potrebbe ulteriormente scivolare a seguito delle prossime decisioni della Fed. La politica monetaria della Cina, con relativo deprezzamento dello yuan ha incrementato la fuga degli investitori già preoccupati dal rallentamento del Dragone. Ad incidere ulteriormente ci sono anche i sell off dei fondi sovrani del nord America che stanno gradualmente procedendo all’alleggerimento dei loro portafogli (BlackRock su tutti).
Occhi puntati sulle principali borse finanziarie mondiali. Il rischio di un nuovo 2008 è sempre dietro l’angolo.
Giuseppe Maneggio
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