Londra, 29 gen – Si è tenuta ieri a Londra, ore 12 locali, la presentazione del piano industriale di Finmeccanica per il periodo 2015-2019, approvato il giorno prima dal cda presieduto da Gianni de Gennaro.
Mauro Moretti, amministratore delegato del gruppo, ed il Chief Financial Officer ,Gian Piero Cutillo, hanno tenuto una presentazione di quasi due ore per illustrare il nuovo corso di Finmeccanica alla comunità Finanziaria.
Il Piano Industriale, basato su una dettagliata analisi degli scenari che interessano il settore Aerospazio, Difesa e Sicurezza a cui fa seguito un benchmark del gruppo nei singoli settori, mira al rafforzamento del Gruppo nel core business, hi-tech A,D&S, prevedendo significativi miglioramenti delle performance industriali ed economico-finanziarie, con risultati attesi che, già dopo i. primi tre anni del Piano, si confrontano adeguatamente con dei competitor dello stesso settore.
I mercati finanziari sembrano infatti gradire la ricetta presentata da Moretti, le azioni di Finmeccanica sono infatti salite del 3,3%.Ma analizziamo il piano nel dettaglio.
La presentazione è iniziata con un illustrazione dei risultati ottenuti nei primi nove mesi del 2014 e le stime aggiornate relative all’ultimo trimestre.
Ma il vero anno di svolta sarà proprio quello appena iniziato: “la guidance sui Ricavi 2015 –si legge in una nota – riflette una riduzione di perimetro pari a ca. 500 milioni di euro” dovuta principalmente “ al trasferimento di attività “passanti” sul contratto B787 da Alenia Aermacchi a Boeing” per una somma pari a circa 300 milioni di euro ed alla prevista “uscita da due segmenti di DRS” per un valore pari a circa 200 milioni di euro. Nessuna conferma per quanto riguarda il settore trasporti anche se è stata fornita “l’indicazione di proseguire le negoziazioni con l’obiettivo di raggiungere al più presto una conclusione favorevole”.
Gli obiettivi finanziari a medio termine sono chiari:
- un incremento significativo dell’EBITA dell’A,D&S (+20% dal 2014 al 2016) e del RoS
dell’A,D&S (EBITA/Ricavi, +150 punti base dal 2014 al 2016);
- riduzione delle spese di SG&A di oltre il 10% dal 2013 al 2015, con un’incidenza sui ricavi che si riduce dal 9,3% a meno dell’8% (con ricavi previsti in moderata crescita);
- riduzione del capex e razionalizzazione delle spese capitalizzate di R&D di oltre il 20% dal 2013al 2017, ribilanciando positivamente il rapporto tra ammortamenti e investimenti e dunque migliorando notevolmente la capacità di autofinanziamento del Gruppo;
- riduzione del capitale circolante operativo – al netto di decrescenti anticipi da clienti – superiore al 15% dal 2013 al 2017, attraverso una gestione più efficace della supply chain e delle consegne di prodotti e servizi.
- Conseguentemente il Gruppo prevede di generare un Free Operating Cash Flow positivo già dal 2015 e in successiva crescita negli anni. A questa si accompagnerà una riduzione dell’indebitamento, che si prevede si attesterà ad un valore inferiore ai 3,5 miliardi di euro alla fine del 2017, con conseguente miglioramento del rapporto tra Debito su EBITA e Debito su Patrimonio Netto.
Nella visione di Moretti, questo si traduce in un modello organizzativo ed operativo altrettanto chiaro: quello divisionale.
Saremo “una sola compagnia” recita un bullet a nelle ultime slide della presentazione, indicando come termine ultimo per la divisionalizzazione la fine del 2015. Secondo l’a.d. questo porterà diversi benefit in termini di:
- Produttività industriale e competitività
- Snellimento della catena di comando con un conseguente aumento di efficienza e flessibilità strutturale.
- Un approccio più esteso, efficace e coordinato nei mercati internazionali prestabiliti
- Unificazione degli enti di staff e delle funzioni di supporto.
Sul piano interno si punterà, come dicevamo, ad una focalizzazione sul core business. “Finmeccanica ha troppi prodotti – ha ribadito Moretti – e investe in troppe tecnologie. Tutto questo non è più sostenibile”. “A questo punto per attuare il piano abbiamo due strade: uscire dal non core e, seconda opzione, ristrutturare e ristorare i nostri livelli di redditività”. I prodotti su cui concentrare nell’immediato gli sforzi maggiori sono quindi gli elicotteri (AgustaWestland), elettronica per la difesa (Selex ES) ed i velivoli militari (Alenia Aermacchi). Su quest’ultimo punto non è sfuggito agli esperti il particolare riferimenti al mondo degli addestratori e la strana “mancanza di riferimento” al C27-J. Ottimi auspici anche per il settore spaziale, Moretti ha detto di voler “rafforzare il ruolo italiano in Thales Alenia Space e Telespazio” e soprattutto di voler espandere Finmeccanica nel settore dei lanciatori (Finmeccanica ha il 14% di Avio Spazio, che produce il lanciatore Vega, quindi potrebbe incrementare la sua quota).
Le difficili contingenze ed i mutati assetti globali influenza molto il settore missilistico, “Mbda ha ritorni ottimi, ma il settore missilistico deve essere necessariamente rivisto, anche alla luce die budget domestici in continua diminuzione” cosi come per le Joint Venture in ambito civile. Secondo Moretti infatti occorrerà rivedere la propria partecipazione in Superjet che “non da ritorni sufficienti” mentre va bene ATR su cui Finmeccanica ha da tempo mostrato notevole interesse anche a “sviluppare nuove piattaforme”.
Al momento rimane confermata la nostra partecipazione al programma F-35 dove si vuole “massimizzare la partecipazione di Finmeccanica nel programma ed efficientare la FACO di Cameri”.
Confermato infine l’interesse per i mercati tradizionali come Europa e Usa, ma anche sui mercati emergenti, con grande potenziale di crescita, specie Medio ed Estremo Oriente ed anche l’Africa.
Cesare Dragandana
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