Roma, 4 gen – La ripresa c’è, è indubbio. Anche se gli zerovirgola – o gli scarsi unpercento – son sempre soggetti a revisioni ed errori statistici, nonché incapaci di dare la vera svolta per cercare il ritorno ai livelli pre-crisi. In specie se i “vicini” fanno meglio di noi e riescono a sfruttare le positive condizioni di contesto. A spiegarlo è l’Eurostat nel suo “Cruscotto congiunturale”, che affonda un severo colpo alla narrazione della quale Renzi e Padoan vorrebbero farsi cantori. I numeri sono impietosi. Dall’inizio della crisi ad oggi abbiamo perso oltre il 30% della produzione industriale, recuperando solo il 3% dai minimi dei periodi più bui di recessione, mentre la Germania ha fatto segnare + 27%. Anche al di fuori dei confini di Berlino, che pur sfrutta la forza della moneta unica a suo vantaggio, fanno meglio di noi anche Francia e Spagna, rispettivamente con + 8 e + 7.5%. Siamo, fra i grandi d’Europa, gli ultimi. Discorso analogo per la disoccupazione: è vero che è diminuita – anche se nel calo pesano le modalità di calcolo – all’11.5% (-1.6% rispetto ai massimi), ma allo stesso tempo sempre Spagna e Francia ci battono di misura: a Madrid, ad esempio, è vero che i senza lavoro sono ancora oltre il 20%, ma il dato è in arretramento di quasi il 5% rispetto a pochi mesi fa. Italia fanalino di coda anche per quanto riguarda l’occupazione giovanile: rispetto al nostro 15% – segnala l’Eurostat – fanno tutti meglio, dalla Germania (quasi il 50%) al 28% della Francia sino addirittura al 17.7% della Spagna.
Filippo Burla