Roma, 13 set – Nelle giornate di venerdì e sabato si è tenuta una doppia riunione informale a Berlino fra Eurogruppo e Consiglio Ue in formazione Ecofin, dove i ministri delle Finanze degli Stati membri dell’Ue hanno avuto modo di dibattere sulla situazione economica nella zona euro, con un’attenzione particolare all’andamento del bilancio del 2021, anno cruciale al fine di sondare la positività delle misure adottate dall’Unione per superare la crisi economica in atto.
La tanto ambita “unione finanziaria”
Sebbene Christine Lagarde – presidente della Bce – abbia sottolineato la disomogeneità della ripartenza economica delle singole nazioni, ed abbia addirittura ribadito con forza la necessità di far trascorrere almeno altri due anni per intravedere un ritorno alle condizioni economico-finanziarie europee pre-Covid, il punto fermo di alcuni Paesi rimane la firma sulla riforma del Mes, pesantemente criticata nella stagione politica autunno-inverno dell’anno scorso.
In realtà, già al vertice di giugno l’Eurogruppo aveva ripreso la discussione sul potenziamento dell’unione bancaria, che prevede l’operatività del “backstop” per il Single resolution fund, ossia un fondo utile ad aiutare gli istituti bancari in difficoltà. Questa clausola era stata già pesantemente criticata da Salvini nel 2019, secondo il quale sarebbe stata indirizzata prevalentemente alle banche tedesche e francesi, conosciute per il periodo di crisi che stanno attraversando: il leader della Lega aveva sottolineato un punto chiave, analizzato anche dall’editorialista Guido Salerno Aletta, secondo cui la paura più grande per l’Ue non sarebbe il debito pubblico italiano, quanto il possibile default di alcune grandi banche tedesche.
Il coro pro-Mes è unanime
L’appello al potenziamento dell’unione finanziaria è stato unanime all’incontro informale di Berlino, infatti l’hanno accolto e richiamato con estrema positività diverse figure emblematiche all’interno dell’Ue, dal ministro delle finanze francese Bruno Le Maire, secondo cui il paracadute finanziario per le banche sarebbe operativo già a fine 2021, a quello tedesco Scholz, che ha parlato di importanti progressi. Dello stesso avviso è il presidente dell’Eurogruppo Pascal Donohoe – susseguito al portoghese Centeno – che ha confermato l’intenzione di voler lavorare fianco a fianco con Gualtieri, e con gli altri ministri delle finanze, al fine di attuare la riforma del Mes rinviata più volte, prima a causa delle pesanti proteste sulle condizionalità e sull’intenzione di creare un paracadute ad hoc per le banche tedesche e francesi, e successivamente per l’imperversare del Covid.
Leggi anche – I cinque motivi per i quali non abbiamo bisogno del Mes
I tempi della cosiddetta Europa solidale al fianco dell’Italia nella guerra contro il virus sono sempre più lontani, a vantaggio della solita Ue che promuove l’Unione finanziaria e che, in un modo o nell’altro, anche e soprattutto grazie al nutrito fronte italiano del “sì” – composto prevalentemente da PD, Italia Viva e LeU – proverà ad imporre la sua volontà a scapito di quella dei liberi cittadini.
Giacomo Garuti