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Perché il governo non deve cedere alle pressioni sul Mes

by Carlo Maria Persano
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Roma, 22 giu – Come noto, il Mes è un’istituzione finanziaria di Bruxelles per prestare dei soldi alle nazioni aderenti all’Unione europea. Ora, ci si dovrebbe domandare che differenza farebbe farsi prestare i soldi dal Mes anziché dalla Bce. La risposta si trova nei meccanismi
di intervento in caso di mancata o anche solo ritardata restituzione di un prestito. In quel caso, il Mes prevede un meccanismo che porterebbe la Troika in casa del ritardatario. Ovvero si riprodurrebbe lo schema Grecia, con qualcuno mandato da Bruxelles che decide dove e quanto tagliare le pensioni e la sanità in Italia.

Si possono evitare i prestiti del Mes?

Formalmente nessun governo è costretto a chiedere dei soldi in prestito al Mes, ma vediamo il caso dell’Italia. L’Italia ha un debito pubblico di oltre 2.800 miliardi e si trova ogni anno una cifra intorno ai 400 miliardi di titoli in scadenza. Poiché l’Italia non riesce a ripagare con il gettito fiscale quei titoli scaduti, li deve rinnovare emettendone dei nuovi. Con la Bce che, fino ad oggi, ha protetto queste nuove emissioni dalle speculazioni durante le aste dove quei titoli venivano piazzati. Adesso, immaginate per un momento che la Bce tolga il suo sostegno all’Italia anche solo per un mese e l’effetto sarebbe quello di non poter ripagare i titoli in scadenza con le nuove emissioni. In tal caso l’Italia verrebbe considerata in default. Ovvero insolvente. Prima della dichiarazione di insolvenza, si presenterebbe il Mes dicendo: “Abbiamo noi i soldi che ti servono per ripagare i titoli in scadenza”. E il governo del momento prenderebbe quei soldi, già la prima volta. Non ci sarebbe una seconda volta perché subito interverrebbe la Troika.

Gli schieramenti politici

  • La Lega si è sempre dichiarata contro, specie con i suoi due massimi
    economisti Borghi e Bagnai. Resterebbe Giorgetti che si è appena posizionato contro i suoi colleghi di partito ed è sostanzialmente favorevole al Mes.
  • Forza Italia si è sempre dichiarata a favore. Oggi, con le previste
    fughe dopo la dipartita di Berlusconi non si sa più. Alcuni
    parlamentari potrebbero stringere accordi con la Lega e altri con Fdi.
  • FdI prima aveva iniziato a dire con la Meloni che il Mes si poteva
    votare, “tanto poi non lo si utilizzava”, ma qualcuno deve aver fatto loro
    notare che invece il rischio di utilizzarlo era forte e allora hanno
    cambiato idea. E oggi sembrano compatti contro il Mes.
  • Il Pd è a favore del Mes
  •  Il M5S formalmente sarebbe contro il Mes, ma, si sa, cambia
    idea con mutamenti improvvisi

Giorgetti, perché?

Salvini alle parole di Giorgetti sul Mes che “conviene all’Italia”, ha risposto con un “deciderà il Parlamento”, lasciando intendere che Giorgetti non avrebbe i numeri. Sarà vero? Di sicuro Giorgetti sa bene che la votazione del 30 giugno potrebbe presentare una profonda spaccatura nel governo, se i voti di Forza Italia dovessero rimanere pro Mes e venissero sostituiti dai voti del M5S. Spera in questo Giorgetti? Forse sogna anche una caduta del governo e a un ritorno di Draghi, per restare al ministero in quota “tenici”.

Carlo Maria Persano

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