Roma, 5 ott – In Italia “è finito il tempo dei furbetti” che giocano con le tasse. Ad annunciarlo è Matteo Renzi, intervendo alla trasmissione In Mezz’ora di Lucia Annunziata. Una rivoluzione copernicana nella quale si son già cimentati in tanti, salvo spesso tornare a casa con le pive nel sacco. Vediamo.
Tasse e canone Rai
Il tema della riforma – vera o presunta – fiscale è da anni, se non decenni, all’ordine del giorno. Ci aveva provato Berlusconi, a ritentare ora è Renzi. Lo schema è sempre lo stesso: se tutti pagano le tasse, vi saranno spazi per tagliarle. A partire dal canone Rai: “In legge di stabilità – ha spiegato il premier – riduciamo il canone e contemporaneamente diciamo che lo devono pagare tutti attraverso un meccanismo che potrebbe essere quello del pagamento in bolletta. Chi è onesto e paga, pagherà di meno”.
Oggi si pagano 113.50 euro a nucleo familiare per l’uso privato dell’apparecchio televisivo, l’obiettivo di Renzi è arrivare a 100 euro. Legando la corresponsione, sulla quale si registra un’evasione pari al 25% circa, all’allacciamento alla corrente elettrica. Un’eventualità che trova più che scettica Assoelettrica, che raduna le imprese di energia: “Il canone Rai nella bolletta elettrica – spiega il presidente dell’associazione, Chicco Testa – è un’operazione impossibile: non tutti i possessori di un televisore sono possessori di un contratto elettrico, e non tutti i possessori di un contratto elettrico sono possessori di un televisore”.
Meno tasse per tutti
Al di là dei tecnicismi, quanto c’è di vero nelle promesse del segretario Pd? “Oggi in Italia tra Ires e Irap le tasse sugli utili degli imprenditori sono al 31,4 per cento. La Germania è al 30%. Chi fa meglio è la Spagna che è al 25%. Io voglio fare ancora meglio e per il 2017 è previsto un intervento significativo di riduzione delle tasse per le imprese che ci porterà sotto la Spagna, ma credo che, almeno in parte, riusciremo ad anticiparlo al 2016. Cercheremo di fare subito una sorpresina ai nostri amici che hanno voglia di investire”, ha annunciato trionfante il presidente del Consiglio. Vale sempre il ragionamento sopra esposto: se tutti pagano, possiamo ridurre il carico fiscale.
E’ proprio così?
Il ragionamento che fa Renzi è, in via di principio, corretto. Ma il qualunquismo difficilmente paga. Senza scendere in melodrammi alla “Tea Party” per cui se tutti pagassero le tasse lo Stato spenderebbe di più, ci viene in aiuto l’esperienza. Da anni ormai la lotta all’evasione fiscale sta facendo segnare numeri record. E il recupero delle somme non versate al fisco è un modo, pur coercitivo, di far pagare il dovuto. Allo stesso tempo però, dai miliardi recuperati e nonostante le promesse solenni, non un centesimo è mai riuscito a finire in un qualsiasi fondo per la riduzione delle tasse. Celebre la mossa di Mario Monti che, dopo l’annuncio di riduzione del carico delle tasse grazie ai proventi del contrasto alle pratiche evasive, con un tratto di pena decise che l’apposito accantonamento costituito sarebbe saltato.
Filippo Burla