Roma, 17 giu – Andare in pensione ad un’età più “umana”, scavalcando gli indecenti limiti imposti dalla riforma Fornero? Sarà possibile, basterà un passaggio in banca per un prestito e si potrà accedere alla pensione di vecchiaia con tre anni di anticipo rispetto ai 66 anni e 7 mesi previsti oggi per la pensione di vecchiaia. Ma con un assegno più “leggero” di circa il 20%.
Sembra una barzelletta? Sì, ma non fa per niente ridere. Perché se da una parte il governo continua a sostenere – come tutti gli esecutivi, in un mantra ormai classico – che il sistema pensionistico è solido, dall’altra cerca di raschiare il fondo del barile “grattando” altri risparmi dai lavoratori. Ecco allora la proposta: in pensione anticipatamente, ma con un prestito in banca che sarà girato all’Inps (soggetto erogatore), alla disperata ricerca di fondi per puntellare bilanci sempre più traballanti. La proposta dall’Ape – che non è l’aperitivo ma l’acronimo di Anticipo PEnsionistico – trova fra i suoi primi potenziali beneficiati i nati fra il 1951 e 1953, che dal prossimo anno potranno richiedere di accedere anticipatamente alla pensione pubblica. In cambio, come si è detto, di un anticipo restituito nell’arco di vent’anni, a rate. Anticipo-prestito che dovrebbe, nelle intenzioni dell’esecutivo, essere coperto da assicurazione per evitare il passaggio agli eredi in caso di morte. Assicurazione sulla quale, tuttavia, non vi è per il momento alcuna certezza.
Dove sta l’inghippo? Se non bastasse il considerare la pensione come l’acquisto a credito di un qualsiasi bene di consumo, arrivano anche le penalizzazioni per chi sceglierà questa strada. Si passa, secondo stime indipendenti, da un minimo dell’8% ad un massimo del 20% in meno sull’assegno cui il lavoratore avrebbe diritto se maturasse tutti i requisiti. Sono calcoli complessi, che tengono conto di due fattori: i tre anni in meno di contributi versati e il prestito da restituire in comode rate per vent’anni. A titolo di esempio, un operaio con diritto ad un assegno pensionistico pari a 1000 euro riceverebbe 39mila euro di anticipo, sui quali pagare 12mila euro di interessi con una rata da corrispondere vicina ai 200 euro. Di fatto, ogni mese riceverebbe non più di 800 euro.
Filippo Burla
2 comments
E’ incredibile. Una persona che ha lavorato una vita deve trasformare un diritto sacrosanto in un similprivilegio. Pagare per avere dei soldi. E’ questo il senso??? O sono io che non mi capacito??
No, ha capito giusto.
Ma non è solo pagare per avere dei soldi. E’ continuare a pagare, per mantenere i loro inutili stipendi.