Roma, 9 feb – Anno record, il 2016, per il fisco italiano. Non solo il gettito ha toccato un massimo storico, con 450 miliardi incassati rispetto ai 436 dell’anno precedente (e ai 419 del 2014), ma anche la lotta all’evasione fiscale segna un successo senza precedenti: sono 19 i miliardi recuperati negli scorsi dodici mesi, somma mai raggiunta prima e che permette di superare abbondantemente i 14,9 del 2015.
Entrando nello specifico, spiega l’Agenzia delle Entrate, 10,5 miliardi (il 36% in più sul 2015) derivano da attività di controllo, 8 miliardi (+16%) da attività di liquidazione e mezzo miliardo (+67%) da versamenti spontanei. Al totale complessivo ha contribuito anche la riscossione del canone Rai tramite la bolletta elettrica, che ha permesso di ridurre il tasso di evasione fiscale sulla tariffa della tv di Stato dal 30 al 4%, recuperando 500 milioni di gettito aggiuntivo. L’imponente attività dell’Agenzia delle Entrate, che continua in questo modo a segnare un ruolino di marcia a dir poco impressionante, nasconde però una delicata situazione. Perché é vero che la lotta all’evasione – se fatta con determinati crismi, e fra questi non rientra il vessare i piccoli commercianti né spingere per la riduzione nell’uso del contante – é cosa buona e giusta, ma allo stesso tempo la domanda non é retorica: dove finiscono queste entrate aggiuntive del bilancio dello Stato?
“Il governo non strizza l’occhio agli evasori ma alle aziende e ai contribuenti onesti, aiuta ad adempiere, a non sbagliare e a correggere gli errori, senza approcci inutilmente punitivi”, spiega il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, aggiungendo che se tutti pagassero il dovuto vi sarebbe l’opportunità di ridurre il carico fiscale. Storia vecchia e promessa stantìa, almeno dal governo Monti – quando il fondo per abbassare le tasse, finanziato proprio dai proventi della lotta all’evasione fiscale venne di fatto scippato dalle tasche dei contribuenti – in poi. Cambierà qualcosa? I miliardi previsti in origine dovevano essere 17, vi sarebbero dunque spazi per almeno 2 miliardi per alleggerire il carico su cittadini ed imprese. Quasi un gioco da ragazzi, non fosse che proprio in questi giorni sta prendendo il via la trattativa con l’Unione Europea per gli spazi di deficit e bilancio. L’Ue chiede ancora una stretta, che Padoan effettuerà con l’ennesimo (ed originalissimo) aumento delle accise, già ai nastri di partenza. Agire dall’altro lato, riducendo cioè le entrate, vanificherebbe lo “sforzo”. Ecco perché, anche a questo giro, le tasse non caleranno nonostante i record segnati dal contrasto all’evasione fiscale: ce lo chiede l’Europa, con tanti saluti ai contribuenti vessati e all’impegno dell’Agenzia delle Entrate.
Filippo Burla