Londra 8 nov – Mentre in Italia il dibattito politico verte sulle liti pre-congresso interne al Pd e sulle grane del Pdl, dall’Inghilterra arriva un’analisi impietosa: “I futuri storici guarderanno all’Italia come l’unico paese che è riuscito a passare da una situazione prosperosa a una di desertificazione economica”.
A scriverlo è Roberto Orsi, noto docente della London School of Economics, proprio sul blog della prestigiosa università. Per il professor Orsi i primi colpevoli di questa situazione sarebbero Monti, Letta e Napolitano. I primi due, con sorprendente incompetenza, hanno aumentato le tasse nel paese con la pressione fiscale più alta d’Europa. “È evidente- scrive Orsi- che le politiche di Monti hanno esacerbato la depressione in Italia”. Napolitano sarebbe invece colpevole di aver mandato al Governo Monti, tecnocrate e uomo a lui vicino.
Il risultato è un debito pubblico al di sopra del 130%, una disoccupazione alle stelle, tasse altissime, la chiusura di 32 mila aziende, la perdita in 5 anni del 15% della produzione manifatturiera, crollo demografico preoccupante. Tra le altre cause di questo tracollo, la firma di trattati europei di cui i politici non conoscevano nemmeno il significato ma che hanno pesantemente danneggiato l’Italia. Per Orsi inoltre, è incomprensibile che la sola (falsa) notizia di una minima ripresa possa destare sollievo: un + 0,1 non può compensare le perdite di dieci anni di crisi.
Interessante poi l’analisi “ideologica” della crisi fatta da Orsi: “Il paese è prigioniero di un duopolio: la cultura cattolica e quella socialista. […] Per loro la prospettiva nazionale è impraticabile. Infatti, lo Stato italiano è stato creato da modernisti conservatori, a volte animati da forme virulente di anticlericalismo, essenzialmente l’opposto della classe politica attuale”.
La conclusione di Orsi è che “i fondatori dell’Italia, 150 anni fa, avevano in progetto di dare un ruolo centrale alla loro nazione. Oggi quel progetto è fallito. […] Occorreranno secoli per ricostruire l’Italia e, al momento, questa sembra una causa persa”.
Michael Mocci