Roma, 4 lug – La ripresa economia prosegue, ma con una “intensità più contenuta rispetto al primo trimestre”. Lo segnala l’Istat, nel suo rapporto mensile sull’economia italiana. Nonostante alcuni segnali positivi, il quadro si mantiene ancora a tinte fosche e non offre certezze sul futuro.
In aprile, “l’attività produttiva nell’industria e nelle costruzioni ha registrato una lieve flessione rispetto a marzo”, con l’industria in senso stretto che registra una riduzione congiunturale dello 0.3%, trainata al ribasso dalla caduta nella produzione di beni di consumo non durevoli e dall’andamento negativo dell’energia. Al pari della produzione, si registra un calo anche nel fatturato industriale, che sempre in aprile tocca un -0.6% dopo due rialzi consecutivi che avevano fatto sperare in un consolidarsi dell’andamento al rialzo.
Dal lato dell’inflazione, “la variazione annua dell’indice dei prezzi al consumo si conferma al +0,1%”, ribaltando i dati di deflazione dei periodi precedenti. Il recupero dei prezzi è comunque ancora estremamente limitato, con ancora gli indici energetici in territorio negativo.
Pesa, sul quadro internazionale, l’incognita della crisi greca. Ma si fanno sentire anche le difficoltà del commercio internazionale, che nonostante l’euro debole pesano sulle esportazioni: le vendite extra-Ue calano dell’1.9%, mentre quelle estere intra-Ue dell’1.3%.
“I più recenti indicatori congiunturali mostrano che la ripresa economica prosegue, ma con una intensità più contenuta rispetto all’avvio dell’anno in corso“, osservano i tecnici dell’istituto analizzando le prospettive a breve termine.
Segnali poco incoraggiati anche dal lavoro, dove sempre secondo l’Istat “emergono segnali positivi”, anche se “la ripresa non c’è ancora“. Aumenta infatti, sia pur di poco, l’offerta di posti di lavoro, ma dall’altra parte si riducono le persone in cerca di lavoro, con gli scoraggiati che continuano ad aumentare. Segno che rimangono ancora tensioni nella dinamica domanda/offerta. D’altronde, senza prospettive di crescita industriale, non c’è regolamentazione sul lavoro -Jobs Act o comunque la lo si chiami- che possa incentivare aumenti occupazionali.
Filippo Burla
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