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Grexit: cosa rischia l’Italia?

by Filippo Burla
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grexit grecia italiaRoma, 29 giu – La scelta greca di chiudere banche e borsa per una settimana non è stata senza conseguenze rispetti ai mercati del vecchio continente. Nonostante le rassicurazioni, il rischio-contagio c’è ed è elevato.

“Smentisco che il default greco produrrebbe un aumento del debito: è già tutto contabilizzato”, ha detto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan intervistato dal Corriere della Sera. Secondo quanto illustrato da Padoan, l’esposizione italiana nei confronti della Grecia è di 37.4 miliardi, “10,2 miliardi di prestiti bilaterali e 27,2 di contributi al fondo”. Nel conto tuttavia non si tiene in considerazione un aumento dei rendimenti sui titoli del debito pubblico. Stando a calcoli condotti da Angelo Baglioni, dell’Università Cattolica di Milano, un incremento di 100 punti-base nello spread porterebbe ad extra-costi al servizio del debito per almeno 20 miliardi.

Questo per quanto riguarda i conti pubblici. Anche il privato -in specie il settore bancario– è infatti fortemente a rischio nei confronti della Grecia. A fronte di una perdita che come listino di borsa supera il -3.5%, i bancari arrivano a doppiare la caduta: Mps perde oltre il 7%, Ubi Banca segna quasi -6%, analogo discorso anche per Unicredit. Secondo il presidente dell’Abi Antonio Pattuelli, le banche italiane sono esposte direttamente per circa un miliardo. Quanto basta per far scattare l’ondata di vendite sui titoli.

In ultimo -ma non per ultimo- la questione relativa alla Bce. La banca centrale europea si fa forte della sua autonomia, ma in caso di default greco sarà chiamata anch’essa a pagare lo scotto. Nell’occhio del ciclone è l’Smp, il Securities market programme che ha in pancia circa 20 miliardi di titoli greci. Se Atene dovesse dichiarare default anche l’Italia sarebbe chiamata a coprire, pro quota, il buco che si verrebbe a creare nel bilancio dell’istituto guidato da Draghi.

Complessivamente, considerando anche altri fattori l’Italia è esposta fra i 40 e i 65 miliardi. Potenzialmente, quindi, quasi il doppio rispetto alle stime ottimistiche di Padoan.

Filippo Burla

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