Roma, 28 feb – Nuovi ordini e fatturato in crescita. Così si potrebbe riassumere il 2014 di Fincantieri, gruppo cantieristico triestino controllato da Cassa depositi e prestiti per il tramite di Fintecna, che ha presentato ieri il preconsuntivo relativo all’anno appena chiuso. Anno che ha visto, fra le altre cose, anche lo sbarco in borsa. Una quotazione criticata da più fronti e che, seppur avendo permesso alla società di ottenere importanti risorse finanziarie, non si è però tradotta in alcun ricavo da parte dello Stato.
I ricavi dell’anno si attestano a 4.3 miliardi, il +15.4% rispetto al 2013. Analogo discorso per gli ordinativi, che crescono del 13% da 4.9 a 5.6 miliardi. Scende invece l’utile di esercizio che passa da 85 a 55 milioni, mentre migliora la posizione finanziaria netta che torna in territorio positivo. Sale anche il patrimonio netto di gruppo, a quota 1.5 miliardi.
Fincantieri non sembra risentire delle turbolenze sul mercato dei prezzi del petrolio. La diversificazione produttiva, in tal senso, paga: il calo del Brent ha sì impattato sul segmento offshore, che si occupa della realizzazione di piattaforme marine, ma d’altra parte ha spinto varie società ad investire nella realizzazione di nuove navi da crociera, spinte dalla riduzione dei costi per il loro esercizio. Gli ordini acquisiti nell’ambito del segmento shipbuilding, vale a dire la costruzione di navi, sono infatti stati del 46% in più rispetto al 2013.
Filippo Burla