Home » Non cresciamo più. E il governo ha bisogno di almeno 8 miliardi

Non cresciamo più. E il governo ha bisogno di almeno 8 miliardi

by Filippo Burla
1 commento

padoan miliardiRoma, 24 lug – Dopo le ultime revisioni al ribasso, fra Banca d’Italia e Confindustria che sconfessano le previsioni di inizio anno, trascinando così le stime di crescita del Pil al di sotto della soglia dell’1%, arrivano i nodi anche al pettine del governo, che in occasione del varo della manovra autunnale dovrà fare i conti con non pochi “buchi” di bilancio da coprire.

Il mancato  raggiungimento dei risultati previsti ad inizio anno non è solo un dato statistico, ma influisce – e lo fa pesantemente – sui saldi di finanza pubblica. A partire dal rapporto deficit/Pil, con il quale è da tempo in corso una lunga trattativa con l’Europa:  senza una crescita sostanziosa del denominatore, l’intero indicatore rischia di andare fuori giri, vanificando qualsiasi impegno, da una parte, e concessione, dall’altra. Meno Pil significa infatti meno entrate ed è per questo che, a settembre, il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan dovrà trovare almeno 8 miliardi di euro per disinnescare la clausole dei due punti di aumento Iva, miliardi che diventano 20 se il governo vorrà rispettare tutte le promesse, fra cui ad esempio la riduzione dell’Irpef nel 2017 e il bonus pensionati. Senza crescita, però, stanti i vincoli comunitari è impossibile trovare le nuove risorse necessarie: in assenza di nuova ricchezza creata, i miliardi necessari vanno reperiti da quella già esistenti. In altre parole si tratta di una mano che dà mentre l’altra toglie, in un giro vizioso che non crea un euro in più.

Se il 2016 piange, il 2017 non ride: non più tardi di due giorni fa la Banca centrale europea ha già limato le prime stime di crescita per l’anno prossimo. Le cause? Manco a dirlo, principalmente la Brexit. Una scusa, più che altro, dato che – a parte le “paure” degli addetti ai lavori – effetti concreti non sono tangibili nella misura in cui la Gran Bretagna ancora non ha nemmeno avviato le trattative per l’uscita dall’Ue, quindi qualsiasi effetto da attribuire a tale evenienza è praticamente un invertire subdolamente cause ed effetti. Ciò che invece non ha margini di dubbio è la nostra mancata crescita. Insieme alla certezza che le tasse non scenderanno, se non aumentando da un’altra parte.

Filippo Burla

You may also like

1 commento

Pietro Frignani 24 Luglio 2016 - 5:16

Caro Filippo,purtroppo dici cose vere e risapute ma nonostante tutto i piddioti assieme ai loro compari unidirezionali si aggrappano sui muri pur di inventarsi un alibi o negare l’evidenza,non hò parole se non quelle di imprecare,vale però sempre la regola fissa (che i nodi vengono al pettine e solo questione di tempo) saluti a tutti voi.

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati