Roma, 23 apr – La Regione Lazio riesce nell’impresa di fare peggio dell’Inps: quella che doveva essere una misura di sostegno economico alle imprese colpite dall’emergenza Covid-19 diventa una piccola lotteria, dove, facendo un rapido calcolo, verranno sostenuti meno del 10% dei soggetti che hanno fatto (o avrebbero voluto fare) richiesta per il prestito. Il sito di Fare Lazio, dove (in teoria) era possibile fare richiesta per un prestito a tasso zero di 10 mila euro per le imprese fino a 9 dipendenti e le partite Iva, è stato letteralmente preso d’assalto nel “click day” del 20 aprile scorso. Il sito è andato immediatamente in tilt, tanto che già prima delle ore 10, orario dal quale era possibile inviare le domande, risultava inaccessibile.
Sito in tilt e sportello chiuso dopo poche ore
Nonostante il malfunzionamento l’esercito di imprenditori, consulenti del lavoro e liberi professionisti ha continuato a cliccare ripetutamente sul sito ricaricando la pagina, e così i più fortunati sono riusciti a protocollare la domanda nelle finestre di pochi minuti in cui il sito ha permesso l’invio. Alle ore 12, come si legge sul sito della Regione Lazio, risultavano protocollate già circa 30 mila richieste, diventate 35.843 intorno alle 17. A quel punto ecco il colpo di scena: arriva la determina della Regione che chiude lo sportello. “Il numero delle domande correttamente protocollate tramite il portale Fare Lazio (35.845) è oltre 5 volte superiore al numero di domande che possono essere accolte in considerazione delle risorse disponibili; pertanto, lo sportello per la presentazione delle domande di finanziamento è chiuso (determinazione n. G04591 del 20 aprile 2020)”.
Una vera e propria truffa
Ecco che la vicenda prende i contorni di una vera e propria truffa. All’articolo 4 della delibera originale infatti, era prevista soltanto una data di inizio per l’invio delle domande e non una data di fine. Il criterio dichiarato per l’accoglienza delle domande era quello dell’ordine cronologico, che però non ha più senso dal momento che già nei primi minuti dopo le ore 10 del 20 aprile il numero delle richieste era maggiore di quanto potessero sostenere i fondi stanziati. Chi sono dunque questi circa 7 mila fortunatissimi (o aiutatissimi) vincitori della corsa all’oro stabilita dalla Regione Lazio? Dalla Pisana si era parlato in pompa magna di un “pronto cassa da 450 milioni di euro” per le imprese, mentre i fondi disponibili su Fare Lazio erano solo 51 milioni. Che permettono appunto di sostenere appena il 20% dei 35.845 soggetti che sono riusciti a fare richiesta nelle prime sette ore del 20 aprile.
Molto peggio dell’Inps
Se consideriamo tutti quelli che non sono riusciti ad accedere al sito, più quelli che hanno creduto alla Regione Lazio e magari pensavano di fare richiesta nel tardo pomeriggio del 20 aprile o il giorno dopo, ecco che la liquidità arriverà a meno del 10% di imprese e partite Iva che ne avrebbero avuto bisogno. Il che trasforma il tutto in una lotteria e non in una misura di sostegno alle imprese. E così, dopo una figuraccia che a confronto l’Inps sembra l’esercito prussiano, la Regione Lazio che fa? Aumenta i fondi stanziati? Riapre e corregge i sistemi online? No, vara una sanatoria che condona tutte le inefficienze informatiche. E così per le imprese colpite dall’emergenza coronavirus la liquidità promessa rimane un miraggio, con l’ulteriore beffa di aver impiegato tempo e risorse nella farsa chiamata Fare Lazio.
Davide Romano