Roma, 8 gen – A dicembre l’inflazione nell’area euro scende sotto lo zero, segnando -0.2%. Mezzo punto percentuale in meno rispetto a novembre, quando il modesto +0.3% nell’indice generale dei prezzi già non lasciava troppo spazio all’ottimismo.
E’ il livello più basso toccato dal 2009. A trainare la discesa contribuisce il crollo dei prezzi dell’energia, 6.3% in meno rispetto al 2013. Calo, quest’ultimo, dovuto alla drastica diminuzione del petrolio, con l’indice Brent che nella giornata di ieri è sceso al di sotto della soglia psicologica dei 50 dollari al barile. Non basta però questo a “spiegare” il dato negativo: finiscono in terreno negativo anche altre categorie merceologiche, tra cui il prezzo degli alimentari che segna -1%.
Deflazione é la parola generalmente più utilizzata, nel gergo, per definire ciò che sta accadendo. Più correttamente, tuttavia, sarebbe da usare il termine di inflazione negativa. Una situazione ben peggiore, di fronte alla quale le armi spuntate della Bce non riescono ad incidere. La previsione di breve termine, in assenza di misure concrete orientate alla crescita, è che il dato negativo si protrarrà per tutto il 2015. Vanificando così il dato positivo dell’import di petrolio e andando a fiaccare le già anemiche prospettive di crescita.
Filippo Burla
L’Eurozona è in deflazione
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