Ravenna, 11 apr – Investimenti più che triplicati rispetto al piano originale, dismissione delle piattaforme non più performanti e l’ambizioso obiettivo di raddoppiare la produzione rispetto ai livelli attuali. Sono questi, in estrema sintesi, i dati salienti del piano industriale che Eni ha in mente per l’area del ravennate, fra le più importanti in Italia nella produzione di gas naturale.
“L’Italia per noi rappresenta una priorità assoluta”, spiega Gabriele Vella, responsabile dell’upstream di Eni, illustrando i dettagli del progetto: “Investimenti per oltre 2 miliardi nei prossimi 4 anni in attività di sviluppo e mantenimento degli asset nell’offshore ravennate. Si tratta di un impegno concreto, superiore all’investimento di qualsiasi altra industria nel territorio, che testimonia la centralità del polo ravennate nelle strategie di Eni”. In Romagna, modello di polo turistico di successo perfettamente integrato con attività ‘a rischio’ come quelle petrolifere, Eni estrae ad oggi 8 milioni di metri cubi di gas al giorno, quota che rischia di calare del 25% senza gli investimenti promessi. Ma c’è di più: “Vogliamo raddoppiare la produzione entro il 2020, portarla a 16 milioni di metri cubi perchè in questa città ci siamo da 60 anni, ci sono amministratori seri, imprese tra le migliori al mondo”. Il riferimento è al distretto industriale creatosi nei decenni ma che, nel corso degli ultimi anni, ha lasciato per strada un po’ di smalto, con la perdita di posti di lavoro sia diretti che dell’indotto. Basti pensare agli impianti di perforazione attivi, che dal 1994 – anno di picco – sono calati da 9 ad uno soltanto.
Eni si prepara così a invertire la tendenza, puntando forte su un bacino italiano che ha ancora molto da offrire. E non solo dal punto di vista economico, dato che il gas rappresenta ancora la nuova frontiera: “Il gas – sottolinea l’azienda in una nota – riveste un ruolo fondamentale, in quanto rappresenta il miglior partner possibile per le rinnovabili nella transizione verso un futuro di energia sostenibile a basso contenuto di CO2. In quest’ottica, Ravenna conferma la sua importanza strategica in quanto, grazie a un network infrastrutturale già esistente e a un indotto di alto livello, è possibile produrre gas in modo competitivo e sostenibile”. Se l’obiettivo di raddoppiare la produzione fosse confermato, ciò significa che dai 2 previsti inizialmente i miliardi investiti diventerebbero almeno 5, quasi come una piccola finanziaria. Un impegno concreto ed estremamente ambizioso dato che punta a ridurre la dipendenza energetica nazionale dall’estero, sfruttando riserve accertate che oggi soddisfano il 10% della domanda italiana ma che, potenzialmente, sono in grado di arrivare a toccare il 20%.
Filippo Burla