Roma, 28 feb – Un 2015 in profondo rosso quello dell’Eni, i cui conti sono zavorrati dal crollo dei prezzi del petrolio. Nei 12 mesi appena chiusi, la società di San Donato Milanese chiuderà il bilancio con una perdita netta di 8.82 miliardi di euro, causato principalmente dalle “svalutazioni indotte dallo scenario petrolifero”, come illustra la società in una nota.
A pesare è stato soprattutto il quarto trimestre, periodo nel quale il greggio ha registrato i cali più consistenti: la perdita di periodo è stata pari a 8.46 miliardi, abbastanza per trascinare al ribasso l’intero anno. Nonostante ciò, negli ultimi tre mesi la produzione è aumentata del 14% a 1.88 barili al giorno (+10% in tutto il 2015), il livello più alto degli ultimi 5 anni. Segno che le turbolenze sui mercati non alterano i piani di Eni, concentrata nel focalizzarsi sull’upstream e cioè l’esplorazione e coltivazione di giacimenti. Vanno inquadrati come successi in tal senso le ultime importanti scoperte fatte tra Mozambico ed Egitto. Sempre nell’ultimo anno, inoltre, il Cane a sei zampe ha aggiunto 1.4 miliardi di barili alle proprie risorse, quasi triplicando l’obiettivo di 0.5 miliardi.
“Nel 2016, come lo scorso anno stiamo proseguendo velocemente nel processo di trasformazione di Eni, con l’obiettivo di rendere il gruppo ancora più forte e in grado di operare sempre meglio in questo difficile contesto mantenendo solide aspettative di crescita”, ha osservato l’amministratore delegato, Claudio Descalzi. Il processo prevede anche un taglio del 20% negli investimenti, “in risposta al trend ribassista del prezzo del petrolio” ma che, sottolinea l’ad, avrà “un impatto nel complesso limitato sui piani di crescita delle produzioni a breve e medio termine”. Sempre su questo fronte si registrano già alcuni successi: “I piani di efficientamento e di razionalizzazione delle spese hanno fatto registrare risultati migliori delle attese, tanto da consentire l’autofinanziamento dei capex 2015 in uno scenario di circa 50 dollari al barile, 13 in meno rispetto alle aspettative di un anno fa”, ha spiegato sempre Descalzi.
Filippo Burla