Roma, 30 gen – Più di 9 milioni – 9,3 per la precisione – di italiani a rischio povertà, con numeri in costante aumento nonostante la sedicente ripresa della crescita economica. Sono numeri da crisi sociale quelli del Centro studi Unimpresa, che registra un aumento di 63mila persone entrate nella fascia più a rischio solo fra 2015 e 2016.
La riduzione dei senza lavoro non basta più, dato che il calo é dovuto principalmente a nuovi occupati precari. Rientrano in questa tipologia oltre 200mila italiani, che vanno a migliorare la statistica dei disoccupati senza che a ciò consegua un incremento qualitativo delle condizioni di lavoro. “Di fronte al calare della disoccupazione, si assiste a una impennata dei lavoratori precari”, spiega Maria Concetta Cammarata, vicepresidente Unimpresa. “E’ uno scambio – prosegue – inaccettabile. Quale futuro diamo alle generazioni che verranno? Il lavoro è la base per la vita, della dignità della persona, ma questa situazione lo sta mortificando”.
La conferma arriva dagli occupati in difficoltà economica: erano 6,14 milioni nel 2015, sono diventati 6,4 l’anno scorso. Un aumento del +3,26% che evidenzia drammaticamente come anche chi ha un lavoro non sia esente dal rischio povertà.
Filippo Burla