Roma, 6 mar – La Commissione Europea starebbe ultimando, in queste ore, le ormai proverbiali “lettere” di richiamo ai paesi non in linea con gli standard dell’Unione. A questo giro nel mirino rientrerebbero, come spesso accade, i conti pubblici. Non è ancora dato sapere chi saranno le nazioni oggetto della severa bacchetta dei burocrati di Bruxelles, ma è praticamente sicuro che fra essi farà la sua comparsa anche l’Italia. La preoccupazione da parte di Bruxelles nasce dagli squilibri nei conti pubblici, che rischiano deviazioni eccessive da quanto programmato in termini di riduzione sia del deficit che del debito.
Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ostenta sicurezza: “Con Bruxelles è in corso una discussione normale per verificare i dati del 2016 di finanza pubblica e quindi con il Def, il documento di economia e finanza di aprile, troveremo una soluzione definitiva sia del quadro di finanza pubblica sia delle previsioni di crescita”, ha spiegato a margine di una conferenza a Londra.
Il richiamo al rigore di bilancio, tuttavia, non dovrebbe dare il là ad una procedura vera e propria, con la quale la Ue avvierebbe l’iter per una sanzione nei nostri confronti. Non sarebbero insomma previste richieste specifiche in merito alla riduzione del debito. La lettera, in ogni caso, va ad innestarsi nella partita sulla flessibilità che Renzi ha avviato da tempo con l’Unione per ottenere spazi di manovra sui conti pubblici nell’ordine di qualche risicato decimale.
Filippo Burla