Roma, 17 feb – Una nota del ministero delle Finanze, che approderà sul tavolo del prossimo Consiglio dei ministri, prevede un imposta di bollo per tutti i versamenti bancari superiori ai 200 euro. Questa l’ennesima trovata del governo per combattere l’uso del contante e conseguentemente per avere un maggiore monitoraggio sui pagamenti e sull’annosa questione dell’evasione fiscale.
L’imposta di bollo, che assumerebbe le vere sembianze di una vera e propria tassa, prenderà di mira tutti i versamenti superiori ai 200 euro e sarà progressiva. Il provvedimento rientrerà probabilmente nei decreti attuativi della delega su fisco internazionale e cooperative compliance e garantirà – come ha spiegato lo stesso Renzi – le banche, che otterranno anche un aiuto: per un verso costerà meno l’attuale gestione del denaro cash (oggi a circa 5 miliardi), dall’altro cresceranno gli utili sulle operazioni di accredito elettronico, vale a dire che le banche vedrebbero accrescere i loro profitti.
Il primo tassello di questa lotta senza quartiere al contante dovrebbe riguardare l’obbligatorietà dal 2017 per commercianti, artigiani e professionisti della memorizzazione e la trasmissione telematica al fisco di tutti i corrispettivi giornalieri in modo da dire addio allo scontrino di carta.
Esercenti che già dal luglio dello scorso anno hanno l’obbligo di accettare pagamenti con i dispositivi elettronici oltre i 30 euro, anche se per ora non è stata prevista nessuna sanzione per gli inadempienti. Un giro di vite che avrà come obiettivo finale quello di incrociare al meglio i numeri sulla fatturazione elettronica, con l’anagrafe tributaria e con i dati dei conti correnti, per rilevare in maniera più semplice casi di evidente incongruità tra entrate e uscite e dunque di evasione fiscale.
In un momento economico così difficile operazioni come queste rischiano non solo di fare un buco nell’acqua, ma anche di deprimere ulteriormente i consumi già fermi da troppi anni.
Giuseppe Maneggio
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