Lodi, 10 nov – Continua da ormai tre giorni il presidio degli allevatori e produttori di latte ad Ospitaletto Lodigiano, sede di Lactalis. Luogo scelto non a caso, visto che la società transalpina controlla una parte rilevante del mercato lattiero-caseario nostrano: dal 2006 ad oggi, prima con Galbani e poi Invernizzi, Locatelli e, per finire, Parmalat, il gruppo francese è diventato il primo in Italia per volumi trattati.
E’ “Guerra del latte”
“Con la riapertura dei negozi e dei supermercati – scrive Coldiretti in una nota – sale alle stelle la tensione a Ospedaletto Lodigiano (Lodi) nello stabilimento della Lactalis dove i camion per i rifornimenti sono fermi nel piazzale con il continuo afflusso spontaneo di allevatori della Coldiretti da tutte le regioni che ha reso impossibile l’accesso alle strade limitrofe dove sono parcheggiati un centinaio di trattori”. Nella giornata di oggi è previsto il massimo afflusso di allevatori, in attesa del presidente nazionale Roberto Moncalvo che annuncerà quella che è stata già ribattezzata la “Guerra del latte“.
Metà del latte è importato
Non una mezzi termini la confederazione, denunciando le grandi aziende che sottopagano il latte ai produttori e importano la materia prima dall’estero, spacciandola come nazionale: “L’Italia rischia concretamente di perdere per sempre la propria produzione di latte perché oggi quasi la metà del latte consumato in Italia viene dall’estero e la situazione è precipitata nell’ultimo anno, con il taglio pesante nei compensi riconosciuti alla stalla. Dove mancano anche quei pochi centesimi al litro necessari per garantire l’alimentazione delle mucche ed evitare la chiusura”.
No ai formaggi con latte in polvere
“Gli industriali che sottopagano il latte italiano al di sotto dei costi di produzione – affondano il colpo gli agricoltori e allevatori – sono gli stessi che hanno tentato il colpo di mano per chiedere il via libera all’uso della polvere di latte nei formaggi e yogurt Made in Italy“.
“Siamo di fronte ad un vero ricatto straniero – conclude Coldiretti – per la decisione del Governo italiano di confermare il no alla produzione di formaggi senza latte fresco alla scadenza dell’ultimatum da parte della Commissione Europea, fissato il 29 settembre scorso, con l’impegno diretto del presidente del Consiglio Matteo Renzi davanti ai 30mila agricoltori riuniti all’Expo”.
Filippo Burla
1 commento
Buonasera.
Purtroppo, come i loro confratelli, anche i sindacati agricoli sono più interessati a cavalcare l’onda delle proteste per farsi pubblicità e rendersi visibili che per fare qualcosa di concreto. Si agitano i soliti spauracchi, si fanno 3-4 manifestazioni l’anno e poi buonanotte al secchio! Ma chi li sente più parlare di un piano nazionale per l’agricoltura? Chi li sente più proporre leggi per la confisca dei terreni incolti? Chi li sente parlare d’innovazione e ricerca in campo agricolo? E’ inutile che si tuteli chissà quale sparuto salume delle più impervie valli alpine e poi – salvo la protesta di facciata – si accettino a testa china i diktat europei. E’ l’ora di finirla, sinceramente. E prima se ne accorgeranno gli agricoltori stessi, tanto meglio sarà per tutto il settore primario che oramai da anni vive abbandonato a sé stesso in uno stato di agonia.
Sandro Righini
Gruppo di Studio AVSER