Milano, 5 mag – Quasi nove ore di assemblea dei soci per sancire quanto era già noto a vedere la composizione dell’azionariato: Telecom (o Telecòm?) è ormai affare francese, con Vivendi che fa e disfa a piacimento sull’ex monopolista pubblico.
Forti di una strategia che dal 2015 ad oggi ha permesso al gruppo presieduto da Vincent Bolloré di salire al 24% del capitale, Vivendi è riuscita a mettere insieme un risicato margine che in assemblea è risultato vincente: con il 49,37% dei voti rispetto al 49,005% raggranellato dai fondi d’investimento, la società francese l’ha spuntata conquistando in consiglio di amministrazione 10 posti sui 15 disponibili. Con Vivendi entra in Cda una nutrita pattuglia transalpina: Arnaud de Puyfontaine, Hervé Philippe, Frederic Crepin e Félicité Herzog, affiancati dagli italiani Giuseppe Recchi, Flavio Cattaneo, l’eterno Franco Bernabè, Marella Moretti e Camilla Antonini. Lucia Calvosa, Francesca Cornelli, Dario Frigerio, Danilo Vivarelli e Ferruccio Borsani sono invece i nomini indicati da Assogestioni per la minoranza.
Flavio Cattaneo è destinato, visti gli ottimi risultati raggiunti finora, a mantenere la poltrona di amministratore delegato, mentre Recchi rimarrà presidente ad interim in attesa delle decisioni dell’AgCom e dell’Ue, chiamate ad esprimersi sull’intreccio di partecipazioni fra Telecom e Mediaset. Qualora la decisione dovesse essere sfavorevole a Vivendi, visto il successo all’assemblea della compagnia è probabile preferirà mantenere le mani su quest’ultima, lasciando invece la presa su Mediaset. In questo caso a lasciare dovrà essere anche Recchi, il cui ‘naturale’ candidato alla successione è Arnaud de Puyfontaine, attuale Ceo della stessa Vivendi che blinderebbe così il controllo mettendo definitivamente su Telecom il proprio cappello. O il berretto frigio, data la provenienza del nuovo socio forte.
Filippo Burla