Roma, 28 mag – Un milione e 300mila posti di lavoro in fumo entro la fine del 2021 a causa di chiusure e lockdown anti-Covid. Pmi, micro e grandi imprese tra dicembre 2019 e la fine del 2021 hanno perso l’8,2% del totale dei 16 milioni di addetti nelle imprese prima dell’emergenza, la gran parte dei quali impiegati nel settore dei servizi. E’ quanto emerge dal Rapporto Regionale Pmi 2021, realizzato da Confindustria e Cerved, in collaborazione con Intesa Sanpaolo.
Strage di posti di lavoro, ecco dove le chiusure hanno colpito di più
Una vera e propria strage di posti di lavoro, che dopo il picco nel 2020 prosegue anche quest’anno. Ebbene, se andiamo a vedere a livello territoriale, le stime evidenziano perdite assolute più consistenti nel nord-ovest, con 399mila addetti in meno (-7,8%), rispetto a nord-est (322mila, -8,2%). Ma in termini relativi gli effetti sarebbero maggiori al sud (320mila, -8,4%) e nel centro (289mila addetti in meno, -8,9%).
Il 17,9% delle Pmi ha subito un calo dei ricavi di oltre il 20%
Nello specifico, ben 28mila piccole e medie imprese – pari al 17,9% – ha subito nel 2020 un calo dei ricavi superiore al 20% in conseguenza delle restrizioni e chiusure imposte dal governo, il 17,7% considerando la distribuzione del fatturato. Circa 63mila Pmi hanno contratto le vendite con tassi a una cifra e solo per le restanti 14mila società (9%) si stima un fatturato in crescita o sui livelli del 2019. In media, il fatturato delle Pmi è atteso in calo del 10,6% tra 2019 e 2020.
Nel 2020-2021 le aziende potrebbero perdere 43 miliardi di capitale
Una crisi talmente grave che, con la probabile uscita dal mercato di un numero rilevante di imprese e il ridimensionamento del giro d’affari di molte altre, peserà irrimediabilmente anche sul livello degli investimenti. Secondo le stime, infatti, le aziende italiane potrebbero perdere, a causa delle restrizioni anti-Covid, 43 miliardi di euro di capitale nel biennio 2020-2021 (-4,8% rispetto ai circa 900 miliardi complessivi di fine 2019).
Ludovica Colli