Roma, 1 ago – Piazza Affari è in vendita. Per la seconda volta, dopo che nel 2007 Borsa Italiana – privatizzata meno di un decennio addietro – si era fusa con l’inglese London Stock Exchange tramite acquisizione della prima da parte della seconda al prezzo di 1,6 miliardi. Ora la piazza britannica ha però deciso di fare un passo indietro, appendendo il cartello “vendesi” sulla società che gestisce gli scambi sul mercato italiano.
Lse mette in vendita Borsa Italiana
Con l’acquisizione di Borsa Italiana da parte di Lse si era venuto a creare la più grande piazza finanziaria d’Europa. Dalla capitale inglese non sono però rimasti con le mani in mano nella loro strategia di crescita. In un modo sempre più orientato al bene “dati”, è stata infatti annunciata l’acquisizione – per la cifra di 27 miliardi – di Refinitiv, società da 6 miliardi di fatturato attiva nel settore dell’analisi dei dati finanziari.
Il perfezionamento dell’accordo dovrebbe concludersi entro il 2021, nel frattempo la Direzione generale della concorrenza dell’Ue hanno però avviato un’inchiesta (le istruttorie condotte dalle autorità americane si sono chiuse senza porre alcun rilievo) per valutare eventuali profili antitrust. Da qui – si dice – la scelta di Londra: cedere Borsa Italiana per ottenere, in cambio, il via libera all’affare Refinitiv.
In occasione della presentazione del bilancio semestrale Lse ha così confermato le trattative in corso su Palazzo Mezzanotte, pur senza specificare se le discussioni riguardano l’intera Borsa Italiana o solo una sua parte come, ad esempio, il segmento Mts sul quale si scambiano i Titoli di Stato.
Volpi (Copasir): “Importante sia Italia a decidere”
Se l’uscita (anche solo parziale) di London Stock Exchange group è data per sicura, più incerto è il futuro di Borsa Italiana. Non sono una novità le mire, sempre straniere, sul nostro listino. Si è parlato di Deutsche Börse, ma anche del mercato pan-europeo Euronext.
Aleggia però una terza via, vale a dire quella di far tornare la società sotto l’ombrello dello Stato. Magari attivando il golden power nelle mani del governo in relazione alle aziende strategiche. E Borsa Italiana – o anche solo il mercato Mts – la è. Ne è convinto Raffaele Volpi (Lega), presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica: “Invito il Governo a considerare immediate ed improrogabili valutazioni sugli strumenti utili da mettere in campo per intervenire in senso proattivo” nella vicenda. Ritengo importante – ha poi sottolineato – che sia il nostro Paese a decidere il destino di Borsa italiana evitandone smembramenti e riacquisendone il controllo potendone poi decidere alleanze e posizionamenti. Il Governo non consenta ad altri di decidere su piattaforme finanziarie essenziali all’interesse del Paese”. Secondo il presidente del Copasir “qualsiasi indugio farebbe ricadere sul Governo elementi di grave responsabilità di inerzia rispetto ad una necessaria linea di consolidamento del sistema Paese in un momento in cui vi è la necessità di traguardare il futuro con la solidità di tutta la filiera economico-finanziaria”.
Filippo Burla
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Solo in un’epoca di sfigati autorazzisti si poteva verificare la svendita della borsa nazionale.
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