Atene, 25 apr – Ancora due settimane, poi il governo sarà a corto della liquidità necessaria per affrontare anche le spese più basilari. A lanciare l’allarme è il gruppo dei creditori della Grecia, l’ex troika composta da Ue, Fondo monetario internazionale e Banca centrale europea. La notizia segue il rastrellamento di risorse messo in atto dall’esecutivo sui conti di tesoreria degli enti locali.
L’annuncio è arrivato ieri durante la riunione dell’Eurogruppo, il consiglio che riunisce i ministri dell’Economia e delle Finanze dell’area euro. La riunione è stata l’ennesima con all’ordine del giorno il tema della stabilità del paese ellenico, e l’ennesima che si è conclusa con -per ora- un nulla di fatto. Varoufakis, titolare del dicastero dell’Economia di Atene, continua a prendere tempo per elaborare il piano richiesto a perfezionamento dell’accordo siglato a febbraio. Tsipras sperava di poter negoziare sulle clausole di austerità per evitare di mancare le promesse fatte in campagna elettorale, ma tale opzione non è gradita, se non per misure cosmetiche, ai partner comunitari. Da qui lo stallo.
Il tempo che si fa sempre più stretto: in mancanza di un accordo, Atene non potrà accedere all’ultima tranche da 7.2 miliardi di euro del piano originario di aiuti che Tsipras si era impegnato a rinegoziare. Senza queste risorse, la conseguenza più verosimile è quella del default e, in prospettiva, anche di uscita dall’euro.
“Sarò piuttosto franco. Non posso ovviamente riferire il contenuto degli incontri, ma è stata una discussione molto contrastata”, ha detto il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem. Secondo alcune indiscrezioni, lo scontro con Varoufakis sarebbe stato frontale, a tutto campo, con l’olandese che non avrebbe lesinato critiche feroci, arrivando addirittura a definirlo un “irresponsabile avventuriero” e “dilettante perditempo”.
Importante sponda è arrivata da Mario Draghi, che si dice d’accordo con l’Eurogruppo: “Il tempo sta finendo, la velocità adesso è essenziale”. Il governatore Bce ha comunque assicurato che “la liquidità d’emergenza sarà data fino a che le banche greche saranno solvibili e ci sarà collaterale adeguato”. Un auspicio, più che un realtà, visto che la fuga dai depositi ha già toccato quota 25 miliardi nei primi soli tre mesi dell’anno.
Filippo Burla