Roma, 7 ott – Cominciano a trapelare i primi dati sul click day Inps di Mercoledì scorso, prima giornata in cui era possibile da parte delle aziende interessate presentare richiesta online per l’assegnazione degli incentivi legati all’ assunzione di giovani fino a 29 anni di età.
L’agevolazione consiste in una decontribuzione mensile fino a 650 euro per quei datori di lavoro che intendono assumere soggetti dai 18 ai 29 anni privi di impiego da almeno sei mesi o senza un diploma di scuola media superiore. La misura ha durata di 18 mesi per i contratti a tempo indeterminato e di 12 mesi nei casi di trasformazione a tempo indeterminato di contratti a termine, purchè in entrambi i casi l’assunzione comporti un aumento netto del numero degli occupati in azienda.
Battezzato da Luigi Angeletti, segretario generale Uil, come un «flop» perché «il clima non ispira» e «non si vedono imprese che al di là delle belle parole mettano soldi», le domande arrivate all’Istituto nel primo giorno, circa 7000 con una media di una al secondo nella prima ora, hanno già esaurito più di un quarto dei 148 milioni messi a disposizione per il 2013.
Bastano questi dati per smentire le previsioni di Angeletti? La pensa così il ministro del Lavoro Giovannini che ha parlato di «un buon inizio», un po’ meno l’Ancl, l’associazione dei consulenti del lavoro, che ha parlato di «altro disastro» denunciando numerosi malfunzionamenti nelle compilazioni della pratiche online con «il risultato che molte aziende rimarranno fuori dalle agevolazioni non per un loro ritardo di presentazione della domanda, ma per il disservizio».
Probabilmente la verità sta nel mezzo. Il numero delle domande pervenute è alto, ma non così copioso come altre volte, come ad esempio ad Ottobre 2012 quando la corsa ai bonus per le stabilizzazioni di contratti precari fece fumare nel giro di pochissimi giorni ben 232 milioni, ben di più di quelli stanziati da questa misura. Colpa probabilmente dei requisiti richiesti per accedere al beneficio: troppo stringenti, poco redditizi per le aziende in termini di abbattimento dei costi, non al passo coi tempi verrebbe da dire, con quella condizione del possesso della sola terza media che stride terribilmente col gran parlare della fuga dei cervelli all’estero ed il sostegno ai neolaureati.
Esiste poi comunque il problema delle risorse messe a disposizione: come detto infatti è probabile che il tetto stanziato dal governo venga presto raggiunto, nonostante un numero non astronomico di richieste. Se questa eventualità dovesse porsi a breve una riflessione doverosa si dovrebbe fare su quel miliardo e trecentomila euro del Fondo sociale europeo che alcune Regioni non hanno ancora impegnato nonostante le raccomandazioni del premier Letta e del ministro Trigilia ad utilizzarli per finanziare incentivi all’occupazione. Si spendono tante parole sul record di giovani disoccupati, sulla mancanza di sbocchi lavorativi, ma a leggere certi dati viene da chiedersi se davvero si fa abbastanza per invertire la rotta.
Francesco Corrieri