Roma, 19 sett – Il Medioriente non finisce mai di stupire il mondo intero per i suoi straordinari tesori archeologici che, poco a poco, vengono rivelati dal sottosuolo. Oggi andiamo in Palestina, nella tristemente famosa Striscia di Gaza; terra contesa tra i coloni dello stato di Israele e le popolazioni palestinesi da quasi un secolo. Una terra martoriata la Palestina, intrisa del sangue dei suoi abitanti da millenni, ma che puntualmente riporta alla luce dalle sue aride sabbie tesori archeologici di ogni epoca e di inestimabile valore.
Contadino palestinese scopre un tesoro archeologico
Un umile contadino palestinese ha recentemente scoperto un mosaico pavimentale nella sua terra, nella Striscia di Gaza, mentre cercava di piantare un ulivo, albero sacro da sempre per la tradizione palestinese. L’opera rivelata dal terriccio di Gaza è uno straordinario mosaico bizantino decorato ed in ottimo stato. Il contadino Salman al-Nabahin stava scavando nel terreno insieme a suo figlio, quando ha scoperto la straordinaria reliquia. Continuando a scavare, i due palestinesi hanno poi scoperto molte altre sezioni raffiguranti animali e uccelli colorati. Esaminato dagli esperti, il mosaico bizantino è ora definito uno dei più grandi tesori archeologici mai trovati a Gaza.
Nella Palestina dell’Impero Romano d’Oriente
Fondato intorno al 395 d.C., dopo la morte di Teodosio, l’Impero Bizantino durò per più di mille anni e, partendo dalla sua capitale Bisanzio, occupava la metà orientale dell’Impero Romano lasciando, nei territori da esso amministrati, opere di straordinario valore. Tra queste, vi è adesso certamente quella scoperta nella Striscia di Gaza, fin dall’antichità trafficata rotta commerciale per le civiltà. E’ il suo stesso scopritore, il contadino Salman al-Nabahim, ha definire la sua scoperta un tesoro immenso che appartiene all’antico popolo palestinese. “Lo vedo come un tesoro, più caro di un tesoro. È un’eredità palestinese“, ha affermato Nabahim.
Il mosaico bizantino più bello della Striscia di Gaza
L’archeologo René Elter, della Scuola biblica e archeologica francese di Gerusalemme, ha riferito che questo mosaico bizantino è un reperto “eccezionale”. “Questi sono i più bei pavimenti a mosaico scoperti a Gaza, sia in termini di qualità della rappresentazione grafica che di complessità della geometria“, ha affermato l’archeologo della scuola biblica e archeologica di Gerusalemme. “Non sono mai stati scoperti pavimenti a mosaico di questa finezza, questa precisione nella grafica e nella ricchezza dei colori nella Striscia di Gaza”. Il ministero palestinese del turismo e delle antichità, in queste ore ha affermato che diversi esperti internazionali sono stati coinvolti per completare gli scavi del sito. L’attuale organo di governo della Striscia di Gaza è Hamas, organizzazione politico-religiosa, sociale e militare reputata “terroristica” da Usa e Israele. Hamas emette fondi e decisioni su importantissimi reperti archeologici a Gaza, arrivando a sponsorizzare il recupero di importanti siti archeologici e cultuali come antichi templi e chiese bizantine.
Preservare la storia della patrie
Quella palestinese è una terra meravigliosa e antichissima, ma che purtroppo non riesce a trovare pace. Le guerre e le stragi contro la popolazione autoctona continuano a consumarsi sotto gli occhi inermi dell’opinione pubblica mondiale. Negli attacchi bellici che arbitrariamente si verificano nella zona della Striscia di Gaza, così come nel resto della Palestina, spesso, oltre alle persone, a rimetterci sono anche opere storiche di immenso valore. In più occasioni, infatti, reperti archeologici o strutture antichissime subiscono devastazioni a causa di esplosioni o saccheggi. Per i popoli che abitano le martoriate patrie del Medio Oriente o del Vicino Oriente, le opere antiche come questo mosaico bizantino rappresentano molto di più che un mero valore estetico da scambiare con l’oro. Nella fortissima identità di queste genti indomite, queste reliquie simboleggiano il sangue degli avi e le ossa stesse della patria. Testimoni di un passato irrinunciabile, glorioso o di indicibili sofferenze, questi tesori tornano a ricordarci la nostra storia e le antiche arti in un epoca svuotata dal logos e dalla bellezza.
Andrea Bonazza