Roma, 27 lug – Dalla martoriata terra d’Iraq continuano a riaffiorare i resti delle antiche civiltà che migliaia di anni fa dominarono la Mezzaluna fertile. Una ricerca archeologica nel Kurdistan iracheno ha portato i ricercatori a scoprire le rovine di quella che potrebbe essere l’antica città perduta di Natounia.
L’antica città perduta
La città perduta un tempo fungeva da importante centro urbano dell’Impero dei Parti, che si estendeva in tutta la Mesopotamia circa 2000 anni fa. Fino ad oggi non era stata trovata alcuna prova diretta della misteriosa città e la sua esistenza era stata accennata unicamente su alcune antiche monete. Dopo un decennio di studi, i ricercatori della Direzione delle Antichità di Sulaymaniyah, nel Kurdistan iracheno, insieme al dottor Michael Brown dell’Università tedesca di Heidelberg, affermano che il sito di fortificazione di Rabana-Merquly potrebbe dunque custodire le rovine di Natounia.
Nel culto di Anahita
La ricerca, pubblicata sulla rivista “Antiquity“, descrive in dettaglio come i lavori di scavo condotti tra il 2009 e il 2022, presso la fortezza di Rabana-Merquly, hanno rivelato edifici ben conservati nascosti nel sottosuolo. Nella città perduta i ricercatori hanno scoperto un edificio simile a un tempio che sembra essere stato utilizzato per il culto dell’acqua, suggerendo un legame con l’antica dea iraniana Anahita. Secondo l’antica tradizione di questa terra, il culto di Anahita era associato alla fertilità, alla guarigione e alla buona salute.
La dea dell’acqua
La dea veniva associata al pianeta Venere. Venerata dai Medi e dai Persiani occidentali prima che adottassero lo zoroastrismo, il suo culto era parallelo a quello della dea babilonese Istar. Successivamente, poi, si sovrappose a quello della dea indo-iranica dei fiumi e delle acque limpide Arədvī Sūrā, detta anch’essa “Anāhitā“. Essa corrisponde alla divinità Vedica Sarasvati, ovvero “colei che possiede le acque”. Il termine sconosciuto “arədvī” dovrebbe significare per motivi etimologici “umida”, “piovosa”, mentre “sūrā” è un aggettivo che significa “forte”, “potente”.
La fortificazione dei Parti
Il nome completo della città perduta, Natounissarokerta, contiene il nome del suo sovrano, Natounissar, il fondatore della dinastia reale degli Adiabene. Il nome include inoltre anche la parola partica relativa a “fortificazione”. Di conseguenza, secondo Brown, il titolo “potrebbe applicarsi a Rabana-Merquly”. Il ricercatore ha poi aggiunto che le iscrizioni all’ingresso della fortezza, potrebbero raffigurare Natounissar o un suo parente. A sostenere questa tesi vi sono molte immagini simili, scoperte a circa 230 km di distanza da Rabana-Merquly, in un altro sito dei Parti. Michael Brown ha infine dichiarato che: “Il notevole sforzo che deve essere stato dedicato alla pianificazione, costruzione e manutenzione di una fortezza di queste dimensioni, indica che qui vi furono grandi attività governative”.
Andrea Bonazza