Roma, 6 dic – Sin dal principio della nostra storia la famiglia ha sempre ricoperto un ruolo fondamentale nella crescita e nella formazione dell’individuo. Istituzione inamovibile, raggruppamento di figure formatrici per l’uomo e la donna. Oggi essa è minacciata dai cultori del progressismo, del politicamente corretto e dell’ideologia nichilista.
La famiglia “censurata”
Solo pochi decenni fa sarebbe apparsa trama da film di fantascienza l’ipotesi di veder catalogata la famiglia ad istituzione retrograda. Mero slogan oramai di cattolici, uomini ritenuti “di destra” o comunque non aperti all’espansione del pensiero progressista. Quello per cui ogni confine e limite dettato da tradizioni, etica e buonsenso è da ritenersi razzista e poco inclusivo verso le minoranze. Dunque degno di censura e crocifissione mediatica.
Accade dunque che nella società del nuovo millennio ritenere che un bambino abbia diritto ad una famiglia composta da un padre ed una madre possa esser passibile di denuncia. Eventualità che si tramuterà in conferma con il Ddl Zan-Scalfarotto.
Il nichilismo ed il laicismo che occupano la comunicazione mediatica, le tematiche sociali ed anche l’istituzione scolastica hanno prodotto la perdita di ogni certezza ideologica ed affettiva. I divorzi hanno sempre più influito sulla disgregazione dei rapporti tra genitore e figlio. Spesso anche i più piccoli sono impossibilitati a frequentare abitualmente un padre o una madre, figure che al di là di vertenze legali eventuali restano fondamentali per la crescita di un bambino.
Le restrizioni di Natale un ulteriore attacco
Accadimenti del genere hanno avuto luogo ripetutamente durante l’emergenza sanitaria. Mesi di rigida quarantena hanno impedito riunioni di famiglie separate, come la compagnia dei propri cari per anziani e malati, spesso drammaticamente soli anche in punto di morte. Allo stesso modo anche il Natale, festività per eccellenza per ogni famiglia, è minacciato.
Pensare che saranno impediti assembramenti anche domestici in occasione del 25 dicembre è semplicemente assurdo. Una tale decisione non comporterebbe alcun beneficio sul piano sanitario, ma sarebbe ennesima prova di come si voglia condizionare e cambiare definitivamente le nostre vite. Impendendo alle famiglie la condivisione di momenti fondamentali per le nostre tradizioni e la nostra storia, che sarebbero occasione per la rinascita ed il ritrovamento di valori unitari, vera chiave per la comprensione del concetto di famiglia stesso.
Tommaso Alessandro De Filippo