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Esiste davvero il “Piano Kalergi”? Ecco la risposta

by Valerio Benedetti
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Schermata 2016-01-27 alle 16.15.01Roma, 27 gen – Uno degli argomenti preferiti degli ambienti “cospirazionisti” è senz’altro il cosiddetto “Piano Kalergi”. Secondo questa teoria, esisterebbe un piano ben architettato e sistematicamente perseguito da diversi soggetti (Stati Uniti, Unione Europea, ecc.), che avrebbe come scopo prioritario la distruzione dei popoli europei attraverso un “miscuglio razziale” con le ingenti masse allogene che ogni giorno affluiscono sul nostro continente. L’iniziatore di questo disegno diabolico sarebbe il conte “Kalergi”, che negli anni Venti fondò il movimento Paneuropa. Per rendersi conto del dilettantismo della maggior parte di questi testi “complottisti” (in carta o in rete), basta semplicemente notare le traduzioni strampalate di alcuni passi delle opere di “Kalergi”, i toni apocalittici, nonché la pretesa di alcuni autori di aver finalmente scritto la prima opera su questo oscuro personaggio di cui nessuno vuol trattare. E tutto questo viene proclamato ai quattro venti, nonostante esista una letteratura scientifica (soprattutto in lingua tedesca) che ha da tempo sottoposto a dura critica i racconti agiografici degli epigoni del movimento paneuropeo (1). Ora, per vederci chiaro in questa faccenda, un’analisi sintetica della biografia e delle idee di quest’uomo si impone come necessaria. Il conte Richard Nikolaus Coudenhove-Kalergi (questo il suo nome completo e corretto) nacque a Tokio nel 1894. Suo padre Heinrich era ambasciatore nella capitale nipponica per conto dell’Impero Austro-Ungarico, mentre la madre Mitsuko Aoyama era la figlia di un ricco commerciante giapponese. Cresciuto in Boemia, completò gli studi ginnasiali e universitari a Vienna. Entrato in contatto con i circoli aristocratici e intellettuali viennesi, conobbe e sposò nel 1915 Ida Roland, un’attrice di origini ebraiche. A seguito della Grande Guerra e del collasso dello Stato asburgico, Coudenhove-Kalergi assunse dapprima la cittadinanza cecoslovacca per poi essere naturalizzato francese. Come si può rilevare da questi primi cenni biografici, abbiamo a che fare con un cosmopolita in piena regola, o meglio un «cosmopolita europeo», come è stato efficacemente definito (2). La sua vicenda personale e la sua formazione filosofica influenzeranno decisamente le sue idee e la sua militanza politica.

Nel 1921 Coudenhove-Kalergi viene iniziato nella loggia massonica viennese Humanitas, da cui si distaccherà qualche anno dopo, per evitare che la sua affiliazione nuocesse al neonato movimento Paneuropa. Lettore assiduo di Oswald Spengler, Friedrich Nietzsche, Giuseppe Mazzini e Rudolf Kjellén (il pioniere della geopolitica), questi autori svolgeranno un ruolo-chiave nella sua diagnosi dell’appena concluso confitto mondiale. Coudenhove interpreta lucidamente la Grande Guerra come una guerra civile europea che ha fiaccato il Vecchio continente e ne ha sancito la decadenza morale e politica a vantaggio di altri blocchi geopolitici. Un’Europa divisa e frammentata non può più competere con grandi compagini statali come gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Per questo motivo saluta con entusiasmo i 14 punti del presidente Wilson e la costituzione della Società delle Nazioni, che in linea di principio avrebbero dovuto garantire la pace europea e mondiale. Tuttavia le speranze di Coudenhove rimasero deluse, giacché sia Stati Uniti che Unione Sovietica rimasero fuori dalla Società delle Nazioni, che invece si rivelò solo per quello che effettivamente era: uno strumento utile ai vincitori (soprattutto Francia e Gran Bretagna) al fine di preservare lo status quo stabilito dal Trattato di Versailles. Per dar corpo e sostanza alle sue idee, Coudenhove-Kalergi pubblica nel 1923 KALERGIil suo volume Pan-Europa, che diverrà un caso editoriale negli ambienti colti europei (3). Con una prosa piana e accattivante, l’autore tratteggia il suo ideale politico e culturale, che avrà una grande eco tra politici e intellettuali dagli orientamenti più svariati, da quelli conservatori a quelli riformisti. In seguito alla pubblicazione del volume, Coudenhove fonda un vero e proprio movimento politico-culturale, che incasserà l’appoggio addirittura di capi di Stato e che sarà sovvenzionato, tra gli altri, dai potenti istituti bancari di Louis Rothschild e Max Warburg così come da Robert Bosch, ricco industriale di Stoccarda (4). In linea di massima la Paneuropa si configura come un grande blocco europeo da cui però rimangono esclusi la Russia e l’Impero britannico, ma di cui fanno parte le colonie francesi e italiane. Il progetto è vago e non cesserà di mutare negli anni a fronte degli avvenimenti che ridisigneranno la mappa politica europea. Ad esempio l’autore parla indifferentemente di Paneuropa, federazione, confederazione e Stati Uniti d’Europa.

Anche sul piano dei princìpi culturali, il pensiero di Coudenhove-Kalergi non è facilmente catalogabile. Tendenzialmente il conte è scettico, se non decisamente contrario ai regimi democratici, che egli interpreta come una pura «facciata» alle cui spalle agiscono le oligarchie plutocratiche (5). La sua ideologia elitista, spiritualista, anticapitalista e antiegualitaria non può infatti che portarlo al rigetto dei postulati democratici e, quindi, al sostegno di un «principio neo-aristocratico» (6). Per questi motivi Vanessa Conze ha accostato il pensiero di Coudenhove alla visione del mondo della Rivoluzione conservatrice: gli elementi di convergenza sarebbero lo scetticismo nei confronti del parlamentarismo e la contestuale affermazione dell’autorità, del dirigismo e dell’elitismo, così come il rifiuto dei vecchi modelli conservatori, la fascinazione per taluni aspetti del socialismo e la convinzione che solo forze giovani e vigorose possono “salvare” l’Europa dall’attuale crisi. I temi che allontanano il conte da Spengler, Jünger, ecc. sono invece il mito della nazione e l’etica guerriera – elementi caratterizzanti della Rivoluzione conservatrice, ma praticamente assenti nel pensiero cosmopolita e pacifista di Coudenhove (7). La mancanza di rigorosi presupposti ideologici si riverbera del resto nella prassi politica del conte: se in un primo momento trova una clamorosa sponda nel primo ministro francese Aristide Briand, tenterà poi più volte di guadagnare Benito Mussolini alla causa paneuropea, riuscendo anche – dopo aver fatto molta anticamera – a incontrarlo ufficialmente (8). L’interpretazione dello stesso Coudenhove del movimento fascista lascia ben pochi dubbi sulle difficoltà oggettive di trovare una mediazione tra l’Europa democratica e l’Europa fascista: «Gli avversari fascisti di Paneuropa hanno spesso tentato di identificare il movimento paneuropeo con l’ideologia democratica. Questo tentativo è però destinato a fallire già solo per il fatto che le mie idee filosofiche non sono mai state democratiche, bensì sempre aristocratiche» (9). Insomma, il conte riuscì a farsi criticare dai democratici per la sua fascinazione fascista e, al contempo, a essere scaricato dai fascisti per il suo pacifismo, presto bollato come “democratico” e funzionale al mantenimento del Trattato di Versailles.

Un ulteriore elemento che distingue il pensiero di Coudenhove-Kalergi è il suo spiccato filogiudaismo, che egli ereditò molto probabilmente dalla moglie e dal padre, il quale aveva pubblicato, prima della sua prematura scomparsa, un volume contro l’antisemitismo. Il tema dell’ebraismo si interseca, del resto, con il discorso dominante della sua ideologia, ossia la costituzione di una nuova élite in grado di governare la futura nazione paneuropea. A questa tematica il conte dedicò un libello già nel 1922, cioè Adel (Aristocrazia), poi confluito nell’opera Praktischer Idealismus (1925). Le argomentazioni di Coudenhove sono qui caratterizzate da disinvoltura logica, fantasiose semplificazioni storiografiche e, talvolta, anche da spunti interessanti e tutt’altro che banali. Egli parte dalla distinzione, da lui stesso teorizzata, tra campagna/endogamia/paganesimo e città/meticciato/cristianesimo. L’«uomo rustico» sarebbe il classico prodotto dell’endogamia (Inzucht); le sue qualità sarebbero prestanza fisica, aggressività, eroismo, forza di carattere e di volontà, mentre i suoi vizi sarebbero un’innata limitatezza di orizzonti e povertà di spirito. L’«uomo urbano», al contrario, è il frutto della mescolanza di sangue (Blutmischung) e si distinguerebbe per apertura mentale, cultura e ricchezza di spirito; come contraltare sarebbe sprovvisto di carattere e volontà, di coraggio fisico e di iniziativa. A partire da questi presupposti, Coudenhove-Kalergi formula la frase tanto incriminata (e distorta) dai complottisti. Converrà allora citarla per intero: «L’uomo del futuro remoto sarà meticcio (Mischling). Le razze e le caste di oggi saranno le vittime del superamento di spazio, tempo e pregiudizio. La razza eurasiatica-negroide del futuro (eurasisch-negroide Zukunftsrasse), simile nell’aspetto alla razza degli antichi Egizi, sostituirà la pluralità dei popoli con una molteplicità di personalità» (10). Per quanto effettivamente inquietante, la profezia di Coudenhove non riguarda specificamente l’Europa, bensì l’intera umanità. Però è pur vero che il conte si augura l’emergere di un’Europa in cui a essere maggioritaria sia una popolazione spiritualmente forte e caratterialmente debole, al fine di preservare la pace nel continente e nel mondo. Il conte vorrebbe fondare l’esattezza di questa analisi – con un volo pindarico a livello logico e storico – sul fatto che le nazioni europee (che lui non disconosce affatto) non sarebbero propriamente comunità di sangue (Blutgemeinschaft), bensì comunità di spirito (Geistesgemeinschaft). Esse condividerebbero, più che antenati comuni, comuni eroi (11).

Questo discorso ha certamente un senso, se il fine è una nazione europea avvenire. Più complicato e poco conseguente è invece il fatto che, ad una uniformazione planetaria della tecnica, debba seguire una omogeneizzazione etnica e culturale mondiale (che peraltro contraddirebbe la specificità europea asserita da Coudenhove). Ad ogni modo, c’è anche un altro aspetto della teoria del conte che ha inquietato sia complottisti che accademici. Nell’individuare la nuova aristocrazia del domani, Coudenhove la intravede nell’ebraismo, che, tempratosi attraverso secoli di persecuzioni, ora sarebbe divenuto la vera «razza spirituale padrona dell’Europa (geistige Führerrasse Europas)» (12). Così ha chiosato Ulrich Wyrwa: «Le sue affermazioni, che vorrebbero essere filosemite, presentano un’inquietante vicinanza alla semantica antisemita» (13). Dall’unione tra i migliori elementi della «nazione ebraica» e quelli dell’antica nobiltà feudale sorgerà dunque l’«aristocrazia del futuro» (14). Non stupirà a questo punto che Adolf Hitler abbia bollato Coudenhove-Kalergi come «Allerweltsbastard», termine che potremmo tradurre come «bastardo di tutte le razze» (15). L’ostilità nazionalsocialista nei confronti del conte, poi, costringerà quest’ultimo a emigrare negli Stati Uniti in seguito allo scoppio della Seconda guerra mondiale. Ad ogni modo, l’offesa di Hitler nei confronti di Coudenhove, pur nella sua volgarità e nei suoi scopi, centra probabilmente il punto della questione. Il conte viene infatti descritto dalla critica storiografica come una personalità estremamente arrogante e affetta da manie di grandezza, che non smetterà mai di autopromuoversi a rappresentante ideale di questa “aristocrazia del futuro” della Paneuropa. Tutto il suo discorso sul meticciato e la fusione tra ebraismo e vecchia nobiltà potrebbe quindi essere una diretta conseguenza della sua storia personale: meticcio austro-giapponese, cosmopolita errante, sposato a un’ebrea. Più che di una teoria storicamente fondata, si potrebbe quindi trattare di una semplice (e goffa) autopromozione politica.

Ma quanto pesa oggi l’esempio di Coudenhove-Kalergi nel dibattito sull’integrazione europea? Effettivamente ben poco. Lo si cita tutt’al più a mo’ di icona come il primo ad aver parlato di Stati Uniti d’Europa e di una unione delle nazioni del Vecchio continente. La sua influenza politica (pur sempre relativa) viene circoscritta unicamente agli anni Venti e all’inizio degli anni Trenta. Inoltre, il movimento paneuropeo è oggi un piccolo raggruppamento europeista conservatore dal peso specifico assai limitato. Le sue teorie sono state peraltro duramente criticate dagli ambienti accademici. Il suo elitismo e antidemocratismo, insieme al suo discorso sul diritto di Paneuropa allo sfruttamento dello colonie africane, senza contare la sua fascinazione per personalità come Mussolini e Dollfuss, non piacciono affatto all’establishment demo-liberale dell’Unione Europea e ai circoli universitari. Così si esprime infatti Ulrich Wyrwa: «Paneuropa dev’essere quindi considerato un capitolo storicamente chiuso, comprensibile solo alla luce del contesto intellettuale del periodo tra le due guerre, e che non permette alcun collegamento con l’attuale dibattito intellettuale e politico sul presente e sul futuro dell’Europa» (16). Insomma, troppo poco per poter parlare di “piano”. Anche perché i progetti di “grande sostituzione” e di annientamento etno-culturale dei popoli europei sono perseguiti alla luce del sole: hanno ben precise basi filosofiche e sono attuati da altrettanto precisi soggetti politici e intellettuali. Invece di sprecar le energie dietro alla megalomania e ai deliri di onnipotenza di un vecchio conte degli anni Venti, sarebbe molto più opportuno approfondire la dinamica di interessi concreti che legano Soros a Buzzi, gli ambienti confessionali a quelli finanziari, gli industriali alle cooperative e alle Ong. Se non si vuol perdere tempo, beninteso.

Valerio Benedetti

 

(1) Cfr. a titolo d’esempio V. Conze, Richard Coudenhove-Kalergi. Umstrittener Visionär Europas, Zürich 2004; A. Ziegerhofer-Prettenthaler, Botschafter Europas. Richard Nikolaus Coudenhove-Kalergi und die Paneuropa-Bewegung in den zwanziger und dreißiger Jahren, Wien 2004; J. Jílek, Pan-Europe de Coudenhove-Kalergi. L’homme, le projet et le Mouvement européen, in: «Human Security» 9 (2003/2004), pp. 205-209; U. Wyrwa, Richard Nikolaus Graf Coudenhove-Kalergi (1894-1972) und die Paneuropa-Bewegung in den zwanziger Jahren, in: «Historische Zeitschrift» 283/1 (2006), pp. 103-122; Michael Pammer, Robustere Regierungsmethoden. Richard Coudenhove-Kalergi und die Opportunität politischer Grundsätze, in: «Zeithistorische Forschungen/Studies in Contemporary History» 9 (2012), pp. 484-490. Da queste opere è tratta la maggior parte delle informazioni che seguono.

(2) Conze, Richard Coudenhove-Kalergi, cit., p. 11.

(3) R. Coudenhove-Kalergi, Pan-Europa, Wien 1923, 19822.

(4) Cfr. Ziegerhofer-Prettenthaler, Botschafter Europas, cit., pp. 110-112.

(5) R. Coudenhove-Kalergi, Praktischer Idealismus, Wien-Leipzig 1925, p. 39: «Heute ist Demokratie Fassade der Plutokratie».

(6) R. Coudenhove-Kalergi, Die Zukunft des Neo-Aristokratischen Prinzips (1919), in: id., Krise der Weltanschauung, Wien 1923, pp. 65-77.

(7) Cfr. Conze, Richard Coudenhove-Kalergi, cit., p. 13.

(8) In rete è reperibile un articolo di Gennaro Malgieri, in cui sono descritti i contenuti degli incontri tra Coudenhove e Mussolini. Lo scritto è tuttavia da leggere con cautela a causa dei suoi toni fortemente apologetici. Altrimenti cfr. il resoconto dello stesso R. Coudenhove-Kalergi, Kampf um Europa. Aus meinem Leben, Zürich 1949, pp. 91-94, e soprattutto Ziegerhofer-Prettenthaler, Botschafter Europas, cit., p. 399 ss.

(9) R. Coudenhove-Kalergi, Paneuropa und Faszismus, in: «Paneuropa» 9/5 (1933), pp. 129-133.

(10) R. Coudenhove-Kalergi, Adel, Leipzig 1922, p. 17 = Praktischer Idealismus, cit., pp. 22-23.

(11) Cfr. Coudenhove-Kalergi, Pan-Europa, cit., pp. 135-149.

(12) Coudenhove-Kalergi, Adel, cit., pp. 39-42 = Praktischer Idealismus, cit., pp. 49-54.

(13) Wyrwa, Richard Nikolaus Graf Coudenhove-Kalergi, cit., p. 109.

(14) Coudenhove-Kalergi, Adel, cit., pp. 43-44 = Praktischer Idealismus, cit., pp. 55-57.

(15) G. L. Weinberg (ed.), Hitlers Zweites Buch (1928), Stuttgart 1961, p. 131. Il cosiddetto “secondo libro” doveva essere una prosecuzione del Mein Kampf. Verrà pubblicato postumo nel 1961.

(16) Wyrwa, Richard Nikolaus Graf Coudenhove-Kalergi, cit., p. 121.

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34 comments

Milo 27 Gennaio 2016 - 5:43

Mille grazie per la chiarezza. Mi sembrava esagerato infatti che questo piane mondiale potesse venire ed essere portato avanti da un uomo solo, però non sembrava neanche così… piccolo.

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Anonimo 27 Gennaio 2016 - 6:04

Utile anche questo
https://www.youtube.com/watch?v=easqQ7ZcSw8

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Anonimo 27 Gennaio 2016 - 6:17

Dopo aver visto il video e le idee che giravano negli anni 20-25 su questo video
capirete quest altro video
https://www.youtube.com/watch?v=JxVGNk2Ma-8

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rob 28 Gennaio 2016 - 1:01

anche il rosso pertini ngli anni 80 vinse il premio kalerge…..

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Andre 28 Gennaio 2016 - 8:26

Contrario alle oligarchie plutocratiche e finanziato da Rothschild & co…..
Ma che articolo è ?

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Francesco Matteoli 13 Dicembre 2016 - 5:54

Per essere precisi, fu un tale di nome Max Warburg che finanziò il Movimento fondato da Richard Kalergi. Ludwig Rothschild fece da tramite.
Ma i Rothschild erano e sono una nobile famiglia di banchieri, a loro non importa di che colore è la tua bandiera, gli basta di finanziare tutti, perdenti e vincenti.

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pasquale d'alessio 4 Giugno 2018 - 4:32

Appunto, bravo!

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Anonimo 28 Gennaio 2016 - 9:44

quindi era un cosmopolita però era anche un anticapitalista e antiegualitarista. Filogiudaico, antinazionalista ma ammiratore di uomini come Mussolini e Mazzini….
Se non è anche per lui lui che ha gettato le basi filosofiche per una “grande sostituzione” e l’annientamento etno-culturale dei popoli europei, allora chi è stato, topolino?

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nico 11 Dicembre 2016 - 11:15

io non trovo molto di quello che dite tutti qua, diciamo che girate la frittata come vi fa più comodo..
Io da quello che ho letto in giro ho trovato soltanto affermazioni filo/sociologiche, direi anche condivisibili…
Annientamento etnico culturale sà di bomba tanto per fare i catastrofisti, io lo vedo molto più semplicemente: prima o poi non esisterà più un etnia, in quanto generazioni di figli tra etnie diverse porteranno l’uomo ad avere tratti di ogni etnia e quindi a essere un grande mescolone. Ma non c’è nulla di male e di scandalistico in questo, è semplicemente la natura, tu fai un figlio con un nero? tuo figlio sarà un nero/italiano, fra 200 anni il tuo discendente avrà un figlio con una cinesina? ecco un nero/italiano/cinese e così via, statisticamente prima o poi tutti gli uomini saranno uguali e quando lo saranno e qui viene fuori la sua teoria, non ci saranno più diversità, saremo tutti uguali e quindi non ci saranno più nemici, non ci sarà più la guerra al diverso perchè tutti saremmo una grande popolo, non tanti che si fanno la guerra a vicenda. Tutto il resto sono bischerate allucinanti, spiegami come mai un meticcio dovrebbe essere scemo? Perchè sono curioso, queste affermazioni la gente le tira fuori per una cosa sola, ignoranza. Che poi voglia dare una spinta a questa cosa, può anche essere ma non è certo con i clandestini come piace dire a tutti(fai molto prima a inserire piccoli gruppi di ogni etnia su tutti i territori allora se vogliamo proprio raggiungere lo scopo) E la riflessione sull’inesistenza della democrazia? Opinabile(anche se personalmente sono d’accordo) QUello che dice è semplicemente un suo pensiero: la democrazia non esiste, crederci è da sciocchi, perchè ci sarà sempre qualcuno che controlla e brama per il potere, è contro la natura umana credere che i potenti si occuperanno degli altri e non dei propri affari, la democrazia è solo una parola per riempire la bocca del popolo e dirgli ho il potere mentre in realtà di potere ne ho ben poco. Qua in Italia ne dovresti avere una buona visione direi, siamo in democrazia no?? Ma se ci pensi, la democrazia non ha alla base che tutto ruoti intorno al benessere del popolo? Ti sembra che sia così? O si tratta forse di una cosa più simile a un oligarchia/aristocrazia ovvero dove pochi ricchi fanno i propri affari infischiandosene del popolo? Però nessuno se ne accorge, perchè? Perchè basta riempirsi la bocca con la parola, se tutti ti ripetono che sei in democrazia tu ci credi poi chi se ne frega se nei fatti non è così, se andando a guardare la definizione viene fuori che il nostro governo è un aristocrazia, noi siamo in democrazia!. Quello che lui dice è semplicemente, la democrazia è il fumo negli occhi che i potenti usano per tenere a bada la plebea, la realtà è che la democrazia non esiste ed è solo da ciarlatani definirla come una forma di governo e studiarla, meglio a questo punto un aristocrazia/dittatura perchè perlomeno nel bene o nel male è un governo non una falsa, un governo dove i governanti hanno comunque delle responsabilità e si preoccupano di far crescere il proprio Stato in modo chiaro e limpido. Stiamo male? La colpa è di Caio che fa i suoi interessi e se ne frega di noi popolo…ammazziamolo! Con la democrazia invece no, di chi è la colpa? bho..nostra che abbiamo votato le persone sbagliate? Chi se ne frega se poi in realtà il tuo voto non conta nulla e al governo ci sono sempre i soliti noti, l’importante è l’illusione, l’illusione di avere il controllo è quello che tiene tutti a bada e permette ai potenti di fare quello che vogliono senza avere ritorsioni.

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riccardo 21 Maggio 2017 - 8:41

Il ragionamento riguardo al grande popolo multietnico del futuro è concreto e condivisibile, quanto alla pace raggiungibile in questo nuovo scenario sono molto più scettico. La Storia insegna che i conflitti tra i popoli sono sempre scatenati da ragioni economiche abilmente mascherate da ragioni geopolitiche quali il desiderio di supremazia etnica (esempio la razza Ariana Dominante). Ingordigia, superbia e desiderio di onnipotenza sono peculiarità umane, tuttora ben radicate in ogni tipo di società a prescindere dall’estrazione etnica.

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pasquale d'alessio 4 Giugno 2018 - 4:33

grande!

Reply
Beppe Falzi 28 Gennaio 2016 - 11:46

Buongiorno. Se può interessare, mi sto adoperando per far pubblicare in italiano un altro saggio di kalergi, “idealismus praktischer “. Utilizzerò la piattaforma crowdfunding chiamata Eppela.
Appena avrò preparato il lancio promozionale ve lo potrei inviare per condividerlo e farlo conoscere al vostro pubblico.
Grazie

Reply
Francesco Matteoli 25 Maggio 2016 - 6:53

Sono interessato alla traduzione. Ho trovato “idealismus praktischer “ in PDF, ho cercato di far tradurre alcune parti a 2 madri lingue tedesche, ma a quanto pare non se la sentono di tradurlo.

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nico 11 Dicembre 2016 - 10:46

quanto lo hai pagato scusami visto che è un libro censurato da oltre un secolo di cui non ce ne sono copie?

Reply
Francesco Matteoli 13 Dicembre 2016 - 6:04

Non lo ha pagato, lo ha semplicemente trovato in pdf in qualche database attendibile (in tedesco o in francese).
La copia cartacea esiste, ma è gelosamente conservata in qualche privata fondazione…

Il testo non è di facile traduzione ed avrà un costo elevato…

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Giovanni Damiano 28 Gennaio 2016 - 2:14

Ottimo articolo, chiaro e informato. E soprattutto condivisibile nel motivo di fondo, cioè la critica al cospirazionismo.

Reply
Anonimo 28 Gennaio 2016 - 6:23

Inghilterra andata ormai
https://www.youtube.com/watch?v=hWkheDufAdU

Reply
Anonimo 29 Gennaio 2016 - 9:29

Ecco questo è pure interessante
https://www.youtube.com/watch?v=S1OYqL63AzU

Reply
Anonimo 29 Gennaio 2016 - 5:02

Si rischia di chiudere la stalla dopo che sono scappati i buoi!
Direi che è ora di svegliarsi e soprattutto di MUOVERSI!

Sono le farneticazioni di un pervertito-pazzo-sionista-americano!

Reply
Sorcio Verde 31 Gennaio 2016 - 8:31

E il Premio Kalergi vinto dalla Merkel, Van Rompuy?… Che strano premio! Dedicato ad uno strano ed eccentrico signore che oggi nn conta niente.

Reply
Anonimo 2 Febbraio 2016 - 3:54 Reply
Fabrice 26 Maggio 2016 - 11:52

Angela Markel non è il suo vero nome che è invece Rebbekah Dorothea Kasner ed è di madre ebrea.

+

Nicholas Sarkozi di madre ebrea.

+

James Attali, uno dei padri dell’euro, ebreo francese

+

David Cameron, il suo trisavolo Emile Levita era un finanziere ebreo di origini tedesche, nel 1871 gli fu concessa la cittadinanza britannica e David Cameron si è dicharato molto fiero di questa discendenza ebraica e addirittura nel 2007 ha dichiarato “Sono un sionista”.

+

Matteo Renzi, il suo braccio destro Matteo Carrai si è definito “mezzo ebreo” seppur non abbia nessun origine ebraica ma ha forti legami d’affari con Israele, con Franco Barnabè, banchiere, ebreo italiano e addirittura un influente ebreo americano neocon, Michael Ledeen, è stato testiomone al suo matrimonio. Il guru economico di Renzi, Yoram Gutgeld, originariamente ebreo israeliano. E infatti aveva ragione l’ultimo cassiere dei Ds, Ugo Sposetti, quando disse: «Dietro i finanziamenti milionari a Renzi c’è Israele e la destra americana».

+

Donald Trump, candidato alla presidenza USA, la sua prima figlia, Ivanka Trump, si è sposata un ebreo americano proveniente da una ricca famiglia ebraica americana molto influente all’interno della lobby ebraica americana ed è anche diventata di religione ebraica.

Recentemente Donald Trump in un meeting AIPAC ( potente lobby ebraica americana) ha detto:”We’re going to cherish and protect Israel” ( Ameremo e proteggeremo Israele ), il discorso gli è stato preparato dal marito della figlia sopramenzionata!!

+

Hiillary Clinton, candiadata presidenza USA, sua figlia è sposata ad un ebreo americano che lavora nel settore della finanza ( hedge funds ), in 40 anni i maggiori finanziatori a livello individuale delle campagne elettorali dei Clintons e della loro fondazione sono stati George Soros e Steven Spielberg, ebrei americani, rispettivamente finanziere uno e regista e produttore cinematografico l’altro.

+

Bernie Sanders, candidato presidenza USA, ebreo americano.

+

David Cohen, N 2 della CIA ( servizi segreti americani ), ebreo americano. Prima volta che avviene una cosa del genere, prima sempre WASP!!

+

Barack Obama, attuale presidente uscente USA, ha un fratellastro ebreo perchè il suo padre keniota si sposò per una terza volta con un’ebrea americana di Boston. Rahm Israel Emanuel , influente politico ebreo americano, ( attuale sindaco di Boston ), già impegnato ad alti livelli nello staff presidenza Clinton, poi diventò una sorta di braccio destro di Barack Obama quando diventò Presidente USA per la prima volta anche se per breve tempo ma la cosa più importante fu il suo contributo molto prezioso per Barack Obama per accedere a conoscenze e finanziamenti ( per campagne elettorali ) da parte di influenti e
ricchi ebrei americani.

+

Ci sarebbe altro ancora, mi fermo qua!!

Cordiali saluti.

Fabrice

PS mi sa che il piano Kalergi non è andato male!!
Fabrice

Reply
Fabrice 26 Maggio 2016 - 1:31

Per quanto riguarda:

“+

Ci sarebbe altro ancora, mi fermo qua!!”

Va bè, in brevissima sintesi, eccola:

+

gli ultimi tre presidenti della Federal Reserve ( la Banca Centrale degli USA, la più potente al mondo ) sono ebrei americani.

+

Rupert Murdoch, fondatore e proprietario di un impero mediatico ( News Corporation, Century Fox, Sky, ecc.. ) molto attivo e presente nelle nazioni occidentali, è un ebreo australiano con cittadinanza americana.

Cordiali saluti.

Fabrice

PS mi sa che il piano Kalergi non è proprio andato male!!

Reply
Fabrice 26 Maggio 2016 - 9:20

Dimenticavo un’ultima cosa!!

A proposito di Barack Obama, l’attuale Segretario di Stato degli USA, John Kerry, ha discendenze ebraiche.

Suo fratello Cameron Kerry, sposato a un’ebrea americana, ha detto nel febbraio 2014 in occasione di una polemica diplomatica (molto rara! ) fra USA e Israele:

“John non è antisemita. Siamo ebrei”.

Infatti, il nonno di John Kerry era ebreo, si chiamava di cognome Kohn e lo cambiò in Kerry prima di emigrare in USA nel 1905.

Saluti.

Fabrice

PS mi sa che il piano Kalergi non è proprio andato così male!!

Reply
Fabrice 11 Giugno 2016 - 5:52

Dimenticavo una cosa che davo per scontata ma che non lo è per chi magari non ne sia a conoscenza!!Eccola!!

Alla lista di cui sopra, bisogna aggiungere gli ebrei neoconservatori americani ( alcuni con doppio passaporto: americano e israeliano ) che hanno avuto un enorme influenza durante tutta la presidenza di George W. Bush ( 43esimeo Presidente USA da gennaio 2001 a gennaio 2009 ) e che hanno fatto tutto il necessario e il possibile per fare le guerre in Afghnastan e soprattutto in Iraq ( e non solo….!! ), eccoli:

1) http://hugequestions.com/Eric/TFC/FromOthers/list-of-neocons-for-Iraq-war.htm

2) Addirittura, un ebreo neoconservatore americano, Murray Friedman, ci ha fatto un libro in cui si vanta delll’enorme influenza che hanno avuto nella politica USA e nel favorire la guerra in Iraq, ecco il suo libro:
https://www.amazon.com/Neoconservative-Revolution-Jewish-Intellectuals-Shaping/dp/0521545013

Cordiali saluti.

Fabrice

Reply
Stefano Gabbiati 20 Aprile 2017 - 2:43

Bel gioco di comunicazione per alimentare il dualismo e mentre ci confronta con approfondimenti da oscar la sostituzione etnica e’ in corso, potete chiamarla come volete. Niente di più’ o di meno di quanto già’ accaduto in precedenza grazie alle guerre. Periodicamente bisogna dare delle aspettative ai meno fortunati a scapito dei più fortunati e chi ci tiene il guinzaglio sa bene come farlo. Saluti.

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Seth Devita 30 Agosto 2017 - 8:46

Quanto tempo speso a cercare di negare qualcosa di così insignificante. Grazie per aver confermato a tutti quello che già si sapeva sul progetto Europa, Nuovo Ordine Mondiale, Signoraggio bancario, immigrazione selvaggia contro ogni legge e regola con tacito consenso delle istituzioni, allo scopo di contaminare i popoli, mentre invece la razza ebraica continua a governare, a non mischiarsi con nessuno, dietro le quinte, come ha sempre fatto, fingendo “emergenze migranti” e tutte le cose che voi chiamate “cospirazionismo”, cercando di dare un nome a tutto ciò che vi sfugge, tremando sulle vostre scrivanie del vostro blog “Sovranista” – di quale sovranità state parlando? – Non avete capito che ogni tentativo di negare la verità evidente e documentata ( si chiama Negazionismo) porta all’effetto contrario? Ad un aumento della notorietà… insomma non ve l’ha insegnato nessuno, che in certi casi, è meglio tacere? ma no, voi avete sempre quella parola, “bufala”, sulle labbra. Ecco, la bufala, in questi casi, è la vostra.

PS: Non mi stupisco dei tiranni, mi stupisco di coloro che stanno alle regole dei tiranni.

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matteo 11 Gennaio 2018 - 5:00

Un articolino fa il solletico ad un libro di 170 pagine:
https://it-it.facebook.com/pianokalergi/

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Leonardo Cannavo' 21 Febbraio 2018 - 5:54

Sbagliato che il volume Pan Europa non esista da nessuna parte. E’ sia in tedesco che in italiano in molte biblioteche italiane. Basta andare su questo sito del Ministero Beni Culturali e inserire “Pan Europa” sul campo titolo. http://opac.sbn.it/opacsbn/opac/iccu/base.jsp.

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Leonardo Stra Candido Cannavò 30 Dicembre 2018 - 7:51

Peccato che la copia trovata da Matteo Simonetti si trovi nella biblioteca di Gorizia :-DD

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Luca 31 Marzo 2019 - 3:30

Si sì
Sono tutte bugie dei cospirazionisti

Intanto in Europa arrivano in milioni ogni anno dal nord Africa ……..rischiando di annegare in mare …..ci sarebbe Israele più vicino però non si sa perché non ci entrano …..mah

Questo più che altro è negazionismo

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Mark Hefner 29 Giugno 2019 - 3:46

Sappiamo tutti chi furono, alcuni secoli fa, i “gestori” della scellerata tratta degli schiavi nella quale morirono da due a quattro milioni di africani (“molti afroamericani e africani chiamano questo fenomeno black holocaust oppure olocausto africano.” Fonte: Wikipedia). Oggi, questi “gestori” (ossia Soros & co) hanno solamente raffinato il loro “gioco”: da bravi usurai allargano prestiti a povere famiglie nei paesi “in via di sviluppo” (promettendo loro l’Eldorado nel ricco occidente…) – ed ora non li chiamiamo più schiavisti bensì “operatori umanitari”. Geniale, no?

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