Roma, 31 ott – Dividere i cittadini in due classi? A una vengono concessi i diritti che già erano acquisiti e garantiti in precedenza, a seguito di una certificazione di avvenuta vaccinazione. All’altra questi vengono negati in spregio umano, prima ancora che giuridico. Solo qualche tempo fa sarebbe stato uno scenario inconcepibile.Oggi invece ci si trova nella nazione che ancora una volta si è spinta più in là di tutte in materia di restringimenti giuridici: dal 15 ottobre[1], come tutti ben sappiamo, è entrato in vigore il decreto che prevede di dotarsi di green pass – il quale sarebbe più opportuno chiamare lasciapassare – anche per andare a lavorare, oltre che per mangiare a un ristorante o sedersi a un bar tra le altre cose. Numerose proteste stanno animando il nostro paese da settimane.
Com’è ovvio che sia, soprattutto in momenti storici come questi, la gran parte degli intellettuali costituisce il mastice stabilizzante dell’agenda politica (e sanitaria) in atto. Abbiamo già visto il destino riservato a coloro che si dissociano: ridicolizzare ed ostracizzare a reti unificate continua ad essere il metodo più efficace in mano al potere. L’obiettivo è una condizione di quasi-silenzio dove ogni sibilo non allineato è utile a mantenere la narrativa stessa. Il silenziamento totale delle voci dissenzienti nuocerebbe al sistema di potere stesso, il quale invece è raffinato nel saper dosare il giusto ossigeno alle voci critiche, quel tanto che basta per mantenere la messinscena.
I risultati di questo circo degli orrori si riverberano sulla vita di tutti i giorni. Assistiamo infatti nella nostra quotidianità a una divisione sociale carica di rancore verso il prossimo come mai si era vista prima d’ora. E nonostante tutta questa tensione, la benzina continua ad essere (intenzionalmente) gettata sul fuoco.
“Problemi loro”: l’etica protestante secondo Noam Chomsky
Lampante il caso che proviene dagli Usa, dove la Città sulla Collina[2] non perde occasione per celebrare i suoi miti fondativi attraverso le dichiarazioni di Noam Chomsky. Il linguista di fama mondiale, autorevole teorico delle dinamiche del potere, accademico accreditato presso le più importanti università americane, saggista di successo, commentatore politico, e anarchico[3] (probabilmente a fasi alterne), propone una vera e propria segregazione sociale, un apartheid.
“Queste persone devono essere… dovrebbero avere la decenza di rimuoversi dalla comunità, se si rifiutano di farlo, allora devono essere prese misure per salvaguardare la comunità da loro”[4]. E come faranno con il cibo? Problemi loro” la laconica risposta fornita dall’icona della radical left americana (e non solo) durante un’intervista sul canale YouTube “Primo Radical”, andata in onda il 24 ottobre, su coloro che si rifiutano di vaccinarsi: “Naturalmente, se diventano davvero indigenti, allora sì – ha aggiunto – devi trasferirti in una certa misura per garantire la loro sopravvivenza, proprio come fai con le persone in prigione”[5].
Non è la prima volta che il noto intellettuale si espone sulla questione,. Gà a settembre egli suggeriva di isolare i reticenti al vaccino,[6] tra l’altro di ipotesi di misure contentive si è parlato anche in Australia e Nuova Zelanda. Ma anche, di recente e sotto diverse forme, in Austria.
Controllo sociale e tecnologia
Abbiamo già accennato della pervasività del controllo sociale attualizzabile attraverso l’indomito avanzamento tecnologico. Lo stesso green pass – lasciapassare – secondo alcuni, potrebbe essere l’anticamera per un controllo sociale capace di seguire le orme cinesi. Oggi per regolare la vita di ognuno di noi in base alla somministrazione vaccinale. Domani potrebbe essere implementata, eventualmente, con altri pretesti sempre tesi al “bene comune”. Un processo che è accompagnato da una costante corsa alla digitalizzazione e alla moneta virtuale.
In un mondo in piena transizione verso le dinamiche tecnocratiche della postdemocrazia, può essere utile citare una famosa citazione proprio di Noam Chomsky: “Il modo più efficace di limitare la democrazia è quello di trasferire il potere decisionale dalla pubblica arena a istituzioni inaffidabili: re e prìncipi, caste sacerdotali, giunte militari, dittature di partito, o moderne corporazioni”. Non si cambia idea col tempo, piuttosto ci si adegua ad esso. O si sparisce nella propria dignità.
Valerio Savioli
[1] http://www.funzionepubblica.gov.it/articolo/ministro/15-10-2021/e-stato-pubblicato-gazzetta-ufficiale-gu-n-246-del-14-ottobre-2021-il
[2] https://www.limesonline.com/cartaceo/la-citta-sulla-collina-imperituro-mito-damerica?prv=true
[3] Noam Chomsky si descrive come un anarco-sindacalista e socialista libertario
[4] https://www.youtube.com/watch?v=Cc_neyVp-rI&ab_channel=PrimoRadical al minuto 9:00
[5] https://www.youtube.com/watch?v=Cc_neyVp-rI&ab_channel=PrimoRadical
[6] https://www.indy100.com/news/noam-chomsky-coronavirus-vaccine-views-b1913647
2 comments
LA FLORIDA L’ISOLA FELICE COME ESEMPIO DA PRENDERE…
“DESANTIS E LA LOTTA PER LA LIBERTA’ DI VIVERE…Alla pari di quel che succede in Italia, anche l’amministrazione di Joe Biden sta giocandosi il tutto per tutto dal punto di vista politico sull’imposizione vaccinale a vasto raggio. Una serie di direttive presidenziali, che ancora devono essere pubblicate in parte, ordinano che tutti i datori di lavoro che abbiano più di 100 addetti, impongano la vaccinazione sui propri dipendenti…DeSantis: la spina nel fianco di Joe Biden
Ma c’è chi è pronto a contrattaccare in molte aree degli Stati Uniti e la risposta più efficace viene dalla Florida dove il governatore Ron DeSantis…”
https://mazzoninews.com/2021/10/31/desantis-e-la-lotta-per-la-liberta-di-vivere-mn-143/
[…] Noam Chomsky e la nuova segregazione “made in Usa” proviene da Il Primato […]