Roma, 6 dic – Tanta arte e qualche polemica nelle mostre in programma per il 2015. Milano, grazie anche alla potenza attrattiva dell’Expo, sarà la capitale delle rassegne più attese. A Palazzo Reale, dal 12 marzo al 28 giugno avrà luogo “L’arte lombarda dai Visconti agli Sforza”.
Curata da Mauro Natale e Serena Romano, la mostra riprende il titolo di quella famosa del 1958, riprendendone e ampliandone il progetto ripensandolo in chiave più attuale: la centralità di Milano e della Lombardia alle radici della cultura dell’Europa moderna. Un viaggio nella Milano del 300,400 e 500, quando artisti, scienziati e letterati avevano modo di incontrarsi nella città meneghina divenuta polo di attrazione per arti e scienze. Furono difatti i secoli della costruzione del Duomo, del Castello Sforzesco nonché di grandi opere di pittura e scultura.
Sempre a Palazzo Reale dal 15 aprile sarà Leonardo da Vinci il protagonista. Le sue opere, a cui sono stati apportati tutti gli aggiornamenti di restauro e di campagne diagnostiche, daranno modo di compiere un excursus nella vita del Leonardo scienziato, pittore, pensatore.
Sempre a Milano, nel Palazzo della Triennale, curata da Germana Celant, avrà luogo “Arts & Foods”. Legata all’Expo, la mostra si occuperà dei linguaggi artistici che hanno ruotato intorno al cibo dal 1851, anno della prima Expo che ebbe luogo a Londra. Nel capoluogo lombardo, dal 1° Maggio al 30 novembre, a palazzo Bagatti Valsecchi sarà riunito il Trittico di Antonello da Messina, oggi diviso tra la Galleria degli Uffizi e il Castello Sforzesco.
Grande entusiasmo c’è in attesa del 2 settembre, quando Palazzo Reale ospiterà “Giotto, l’Italia”, una mostra curata da Pietro Petraroia e Serena Romano. Saranno esposte opere del periodo precedente all’arrivo di Giotto a Milano, che aiuteranno a percepire lo stile dell’affresco perduto, tanto innovativo quanto di facile apprendimento per gli artisti locali. Si avrà modo di ammirare la serie dei grandi polittici, per la prima volta mostrati tutti insieme.
Per finire con Milano, a cura di Vittorio Sgarbi, nel Padiglione Eataly, dal 1° maggio sarà possibile visitare “Il tesoro d’Italia” con 100 opere selezionate per rappresentare le varie identità regionali dell’Italia.
Ma Sgarbi non poteva non suscitare polemiche. Ed infatti la grande mostra “da Cimabue a Morandi. Felsina pittrice”, prevista al Palazzo Fava di Bologna dal 14 febbraio ha subito molte accuse. Sono più di 200 gli studiosi, critici, professori di tutto il mondo che hanno firmato l’appello dell’associzione Italia Nostra contro la rassegna di Sgarbi. Secondo Italia Nostra : “la rassegna è priva di alcun disegno storico e della benché minima motivazione scientifica”. La lettera inviata al ministro della Cultura, Franceschini, continua “non concedano il prestito di dipinti importanti e di valore ‘identitario’ per le sedi che li detengono”. Tra i firmatari dell’appello lanciato da Daniele Benati, docente dell’Alma Mater, troviamo Carlo Ginzuburg, Giovanni Losavio, Bruno Toscano. Nomi, quindi, di un certo spessore.
Sgarbi, ai microfoni di Radio24, ha replicato a Benati accusandolo di essere “un mercante che fa perizie a pagamento, è al soldo dell’antiquario Fondantico: perché non ha detto nulla quando due anni fa l’ ‘Estasi di santa Cecilia’ è andato in un’altra mostra? Trovo strano che chi fa expertise poi difenda il patrimonio italiano. I firmatari sono solo scimmie, in realtà Benati è disperato perché gli ho scippato la mostra”.
A difesa del critico ferrarese arriva Mina Gregori, allieva di Roberto Longhi e presidente della fondazione studi dedicata allo stesso Longhi. “Mi sembra un progetto legittimo ” – ha affermato la Gregori- “Io penso che tutto quello che si fa, se viene fatto bene, vada bene. Sicuramente, Vittorio Sgarbi, come è suo solito, saprà realizzare un’ottima mostra e quindi penso che sarà accettata positivamente come merita”.Appoggio importante per Sgarbi, in quanto arriva dall’allieva di Longhi a cui è dedicata la mostra.
Nell’evento sarà possibile ripercorrere, grazie anche alla ricerca proprio di Longhi (uno dei piu grandi storici dell’arte d’Italia nonché grande restauratore e teorico del restauro) riguardo le opere d’arte, la storia della forma intesa come evoluzione e segno dell’identità italiana. Saranno presenti sia opere provenienti da musei di Bologna sia di proprietà della Fondazione Carisbo.
Muovendo verso sud, a Firenze, agli Uffizi, dal 10 febbraio, saranno visibili le opere di Gherardo delle Notti (in particolare le sue interpretazioni di Caravaggio). Dal 23 giugno, sempre agli Uffizi avrà luogo la prima mostra italiana di Pietro di Cosimo.
A Roma, invece, per gli amanti dell’archeologia, è consigliata la “Daedala Tellus. Volti, miti e immagini della Terra nel mondo antico” al Colosseo dal 23 aprile, che ospiterà opere raffiguranti la madre Terra dalla preistoria all’epoca classica.
A Napoli dal 26 maggio al Museo archeologico sarà possibile visitare “Pompei e l’Europa, Natura e Storia” in cui saranno esposti i lavori di artisti influenzati dalle scoperte derivanti dagli scavi a Pompei (1734) fino al 1943, anno in cui Napoli fu bombardata dagli aerei americani e inglesi.
Federico Rapini