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La Costituzione “antifascista” e i diritti riflessi: la strada verso il nichilismo

by Daniele Trabucco
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costituzione italiana

Roma, 24 apr – “Hanno calpestato i diritti sanciti nella Costituzione“, oppure “i diritti costituzionali sono stati violati“. Sono queste alcune delle espressioni, assolutamente comprensibili, che si sono sentite in questi ultimi anni, soprattutto in occasione dell’emergenza sanitaria. In realtà, codesto modo di ragionare incappa in un problema di natura filosofica, dal momento che finisce per ammettere che un diritto soggettivo non sia tale in virtù della natura del soggetto, ma costituisca una facultas agendi concessa dalla norma agendi, ossia dalla norma positiva scritta e posta dal legislatore (Castellano) in un preciso momento storico. In altri termini, ed è questa la cosiddetta “teoria dei diritti riflessi”, un soggetto è titolare di un diritto nella misura in cui il potere glielo “concede”.

La Costituzione e la teoria dei diritti riflessi

E’ vero che la Costituzione italiana vigente del 1948, nell’art. 2, afferma che la Repubblica “riconosce” i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, ma questo non presuppone la priorità del diritto sulla norma scritta, inclusa quella costituzionale. Lo stesso giudice delle leggi, nella storica sentenza n. 98/1979 inerente alla interpretazione dell’art. 2, ha chiarito come i diritti siano sempre e solo quelli posti dal legislatore anche se interpretabili a fattispecie aperta. Un diritto soggettivo, dunque, è ritenuto tale unicamente perché “attribuito” dall’ordinamento. In questo modo, la positivizzazione dei diritti li fa entrare nella disponibilità del legislatore che può modularli, renderli effettivi o ineffettivi. L’unico limite, posto dalla dogmatica giuridica, si rinvenirebbe nella necessità/doverosità, da parte del Testo costituzionale, di mantenere la possibilità di coesistenza di qualunque contenuto così da trasformare in diritti, grazie all’effetto irradiante della Costituzione evolutivamente realizzata, tutti i desideri e gli appetiti sentiti e percepiti dalla collettività o da una parte di essa.

Ora, è indubbio che questo modo di procedere favorisca il relativismo quale anticamera del nichilismo, ovvero della dissoluzione di ogni principio che cade nel “fascino del nulla”. E davanti al nulla si alzano le barriere dei nuovi “dei mortali”, come la scienza e la tecnica incluse tra gli “immutabili” secondo il pensiero del bresciano prof. Emanuele Severino (1929-2020), che certificano, peró, l’obnubilamento del senso dell’essere. Alziamo, allora, il sipario e applaudiamo alla Costituzione “antifascista” e alle ideologie personalistiche, costruttivistiche e neopositivistiche che la innervano.

Daniele Trabucco (Costituzionalista)

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1 commento

jenablindata 24 Aprile 2023 - 2:15

come dico ormai da anni:
la nostra NON è una democrazia,non lo è mai stata:
è una dittatura in guanti bianchi,
e sarebbe ora che si rifacesse una VERA costituzione:
snella,moderna e ragionata:

però fatta da una assemblea costituente
eletta dal popolo,e OGNI articolo della stessa deve essere discusso sui media per un tempo ragionevole,e presentato al vaglio referendario con un quorum minimo dell’80%,
perchè venga inserito nella nuova costituzione.
una volta che sarà completa e validata da tutto il popolo,si abroghi la vecchia,e si modifichino o si abroghino TUTTE le attuali leggi e TUTTI i trattati che vanno in contrasto con essa,che diventerà
la nostra vera e unica CARTA FONDANTE del nostro stato.

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