Roma, 2 mag – Straordinaria scoperta nella Biblioteca Nazionale di Napoli, dove è stato rinvenuto un manoscritto inedito di Giacomo Leopardi. Si tratta di un quadernetto, composto da appena 4 fogli ripiegati nel mezzo in modo da ottenere otto facciate. L’autografo, databile con ogni probabilità al 1814 – quando il grande poeta di Recanati aveva appena 16 anni – reca una lunga lista alfabetica di autori antichi, ognuno dei quali seguito da una serie di riferimenti numerici.
Il testo è stato rinvenuto dagli studiosi Marcello Andria e Paola Zito che da anni si occupano del fondo Leopardiano della Biblioteca Nazionale di Napoli e ne hanno curato la pubblicazione per i tipi di Le Monnier Università. “Leopardi e Giuliano imperatore. Un appunto inedito dalle carte napoletane”, verrà presentato domani alle ore 16 presso la Sala Rari della biblioteca partenopea.
Inedito di Leopardi su Giuliano Imperatore
“L’inedito conferma l’importanza della raccolta leopardiana napoletana che si presenta sempre più completa, mettendo a disposizione degli studiosi un panorama integrale dell’opera di Giacomo Leopardi – si legge nella nota di presentazione – Siamo di fronte ad uno scritto di Leopardi appena sedicenne, assiduo frequentatore della biblioteca paterna, che realizza un accurato e capillare spoglio dell’Opera omnia di Giuliano imperatore, ricorrendo all’autorevole edizione di Ezechiel Spanheim, apparsa a Lipsia nel 1696″.
E ancora: “Leopardi che soltanto l’anno prima ha cominciato a studiare il greco da autodidatta, perlustra assiduamente i migliori esemplari della biblioteca paterna, l’autografo ci mostra come benché giovanissimo Leopardi è già uno studioso provveduto e curioso ed abbia già un accurato metodo di lavoro, che rappresenterà la caratteristica costante del percorso leopardiano. Gli anni in cui il giovane Leopardi si accosta alla lettura di Giuliano rappresentano una tappa significativa nel percorso di rivalutazione della figura dell’Apostata, per lungo tempo offuscata dalla condanna pressoché unanime degli storici della fino alla metà del XVI secolo e riscoperta nel Settecento ad opera soprattutto degli illuministi (Montesquieu, Diderot, Voltaire) ma accolta in Italia, fra attestazioni di stima e dichiarata ostilità”.
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1 commento
“Aveva tutte le qualità di Traiano; tutte le virtù di Catone, tutte le qualità che ammiriamo in Giulio Cesare; ed ebbe anche la continenza di Scipione. Infine, egli fu in ogni cosa pari a Marco Aurelio, il primo degli uomini”. (Voltaire)
L’Ecole des cadavres è dedicato “A Giuliano l’Apostata”….”
A JULIEN L’APOSTAT….perché è rappresentativo dell’ “ellenismo militante”, ed il suo progetto di restaurazione religiosa si basava sulla la tesi esposta nello scritto “Contro i galilei” è che la dottrina cristiana costituisce il prodotto di una macchinazione, un’eresia del giudaismo diffusa da una minoranza di ebrei distaccatisi dalla loro tradizione….
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