Bari, 17 apr – Gli infermieri, i nuovi eroi della pandemia da Covid e pure del Ddl Zan: abbiamo visto le loro tute bianche per proteggersi dai contagi vergate con ogni sorta di messaggio. Da quelli di incoraggiamento, alle proposte di matrimonio, ai saluti a mamma e papà. Ora si schierano per un decreto legge liberticida.
Infermieri “eroi” e Ddl Zan
Parliamoci chiaro, i messaggi degli infermieri eroi scritti sulle tute bianche erano già ridicoli quando esprimevano concetti più “inoffensivi” del Ddl Zan, carichi di quella empatia da social che riesce a rendere ridicola qualsiasi velleità martiriale dei nostri “angeli della corsia”. Nessuno nega il loro impegno negli ospedali italiani, ma ogni retorica fa il suo tempo e di sacrifici dall’emergere del Covid ne abbiamo fatti tanti anche noi senza che nessuno si sognasse di definire “eroina” una cassiera o un autista dell’Atac. E’ una buffonata virale che fa perno sui buoni sentimenti e così va contestualizzata.
Leggi anche: Medici e infermieri al tempo del Covid: tra murales e personalismi, un’eroicizzazione fuori luogo
Tute bianche e “potenza di fuoco” social
Nell’ottica propagandistica del Ddl Zan, il fatto che una della “lobby” degli infermieri (parliamo della ragazzetta aspirante vip dalle belle sembianze), sia finita prima premiata a Venezia poi sul palco di Sanremo rende ambita la potenza di fuoco social delle tute bianche, che non va sperperata. Un giovane infermiere di Molfetta, Nicolò Cuocci, ha quindi deciso di rispondere alla “call to action” di Vanity Fair e lui e i suoi colleghi hanno scritto “Ddl Zan” sui loro abiti da lavoro. Immediatamente la loro immagine è rimbalzata sui maggiori media. Il messaggio che passa è semplice: anche gli infermieri, gli eroi che ogni giorno sacrificano la loro vita per noi, troppo impegnati anche solo per ascoltare le minime critiche di chi vorrebbe tornare a lavoro, trovano il tempo per questa battaglia di civiltà che viene, in questo modo, equiparata all’emergenza sanitaria. Vedete? E’ bastato dire un paio di volte che adesso in Italia ci sono altre priorità, che la “Bestia” del senatore Zan, non meno potente di quella tanto vituperata di Salvini (basti vedere gli insulti e le minacce ricevute da chiunque abbia qualcosa da ridire, femministe in primis) scomoda il comparto degli infermieri.
Infermieri aspiranti vip e retoriche che si annullano
Cuocci, che si era già immortalato con l’arcobaleno simbolo Lgbt dipinto in faccia, ha pochi follower su Instagram ma ne conta uno eccellente: proprio il senatore Alessandro Zan, a cui ricambia il follow insieme a quello già dato a un migliaio di vip. Il ragazzo si era inoltre messo in posa (lui e i suoi colleghi) molte volte con le famigerate tute bianche da infermieri che adesso vanno tanto di moda e ne ha fatto immediato report su Instagram. Laureatosi a dicembre scorso, sembra essere un giovane millenial pieno di speranze, e nel suo candore ha subito taggato Zan nelle stories per fargli vedere la sua “opera”. A pensar male si fa peccato ma quasi mai si sbaglia: siamo davanti a una nuova infermierina dal bel musetto che fa tanto comodo alla narrazione vigente? Non si può certo che dire che parlino a nome di tutti gli infermieri. Due retoriche insieme – quella degli angeli della corsia e quella del Ddl Zan – finiscono con l’annullarsi, ma non significa che dobbiamo smettere di fare “contro” propaganda.
Ilaria Paoletti
1 commento
“..Non si può certo che dire che parlino a nome di tutti gli infermieri..”
Anche perchè gli altri infermieri(cioè quelli contrari) se parlassero li lincerebbero subito,ecc…e poi per questo infermiere e simili ci potrebbe essere un BEL SALTO DI CARRIERA O CAMBIO DI PROFESSIONE..