Roma, 6 feb – La potenza del capitale, ormai lo sappiamo, sta nell’appoggiarsi precipuamente alle sinistre. Non più alle destre, che restano la seconda scelta. Perché le destre sono identificate subito con la conservazione del rapporto di forza dominante. Le sinistre, invece, sono l’ideale riferimento (sub)culturale e politico del padronato cosmopolitico sans frontières: il quale usa l’egemonia culturale un tempo creata dal vecchio Pci per traghettare il popolo nell’abisso del neoliberismo selvaggio, spacciato per “progresso” ed “emancipazione”.
L’elvetica arcobalenica Elly Schlein
Prendete, a mo’ di exemplum, uno degli ultimi, freschissimi volti esibiti con ostinazione dalle guardie fucsia dell’economia senza confini: risponde al nome di Elly Schlein, l’italo-elvetica arcobalenica che emerge direttamente dal laboratorio emiliano e che si distingue per garbo, educazione e fedeltà al politicamente corretto globalcapitalistico. Lo diciamo subito, onde evitare equivoci pittoreschi: rispetto ai baciatori di salumi e ai citofonatori isterici, che ormai sono servi senz’anima di Bruxelles e degli Usa, Elly Schlein spicca e giganteggia. Non v’è dubbio.
Ma non è questo il punto. Il punto è, invece, che il di lei modus operandi politico rappresenta appieno il nuovo programma delle sinistre fucsia e arcobaleno, privatizzatrici e cosmopolite, nemiche delle classi lavoratrici e traditrici di Gramsci. Le quali sinistre, evidentemente vicine per ideali e programma al padronato cosmopolitico e alla società aperta di Soros, scambiano il nobile ideale del comunismo come società del lavoro emancipato con il gay pride permanente dei consumatori facoltosi e dediti, magari, all’economia green (che sempre rigorosamente capitalistica è, ça va sans dire!). Hanno rinnegato l’internazionalismo (il nesso socialista inter nationes) in nome del cosmopolitismo liberista. Hanno abbandonato la lotta contro l’imperialismo per aderire alla nuova lotta per l’imperialismo interventista dei diritti umani. Et voilà, ecco la nuova fisionomia delle sinistre fucsia, dipinte ad arte per difendere strenuamente l’ordine globocratico con il loro finto ribellismo, che ricalca appieno la deregulation dei mercati finanziari.
Provate voi stessi a visualizzare per intero lo spot pubblicitario elettorale diffuso da Elly Schlein per la campagna emiliano-romagnola da poco conclusa. Lo stile del marketing è perfetto, il prodotto è confezionato a regola d’arte. Un piccolo capolavoro, nel suo genere. Diritti arcobaleno, individualismo femminista, plusimmigrazionismo: non manca davvero nulla. Serviti a regola d’arte, gli elementi del politicamente corretto vi sono tutti e snocciolati in modo accattivante e cool, ritagliati su misura per fare colpo sulla generazione Erasmus dei precari e nomadi che pensano che sia una conquista l’impossibilità di avere un posto fisso nel lavoro e nell’esistenza. E che, per converso, ritengono che ogni possibile sovranità popolare sia un periglioso retaggio genocidario del passato. Le catene più difficili da spezzare, si sa, sono quelle interiori.
Lavoro e diritti sociali non esistono più per la sinistra
Fate caso: nello spot summenzionato non compare una sola volta la parola “lavoro”. Né, evidentemente, il lemma “lavoratori”. Come se non esistessero. Diritti sociali? Non pervenuti. Emancipazione dei precari e dei supersfruttati? Ma state scherzando! Mica sarete così trogloditi e antidiluviani da pensare ancora ad anticaglie come il lavoro e i diritti sociali! L’emancipazione si chiama diritto alla libera circolazione delle merci e delle persone mercificate. Lo dicono Zingaretti e Bersani e lo dicono anche, tale e quale, Mario Monti e Giorgio Soros.
Nel riuscitissimo spot di cui dicevamo si parla solo di migranti, donne, immigrazione e apertura cosmopolitica. Il capolavoro del potere globalcapitalistico: usare le sinistre per imporre il proprio programma globalista e privatizzatore, facendolo passare, appunto, per emancipativo. E facendo passare per retrogrado chiunque a quel programma si opponga, magari in nome dei diritti e dell’emancipazione del lavoro, ma poi anche di quella democrazia che esiste sempre come sovranità di un popolo nello Stato e che, di conseguenza, non può darsi senza la sovranità dello Stato.
Né vi stupirete del fatto che Elly Schlein e le sinistre postmoderne difendono a pié sospinto le Sardine, il prodotto inscatolato ad arte dal potere. Chissà perché, nevvero?
Diego Fusaro
4 comments
Helvetia provenienza Ticino…, nella Svizzera centrale, politicamente parlando potrebbe fare solo la raccattapalle o promuovere il gay-pride di Zurigo… Folklorismo politico insomma. Non esageriamo nel dare importanza a persone o cose… La maggioranza ha ben capito certo Carnevale permanente…
La questione vera è l’ ancora eccessiva mancanza di fiducia, di credo, dei molti che hanno il terrore di perdere il tanto o poco che hanno! Non a caso questi molti sono targati PD e non più PC! E qui sono d’ accordo con Voi, Diego, se fossero rimasti PC in buonafede, tanti avrebbero saltato il fosso! Sbaglio?!
E quale sarebbe oggi la “classe operaia”, i riders di Foodora o i volantinatori di Auchan?
La sinistra sta facendo ciò che ha fatto Saul Alinsky 50 anni prima in Usa: se il referente principale manca (in Usa c’era, ma non era disponibile), se ne trova uno parallelo su cui si possa lavorare.
Alinsky era un genio e capiva al volo le cose, e Fusaro? mah…
Operaio = proletario (etimologicamente), che mette “davanti” solo i figli, la non proprietà dei mezzi di produzione (oggi pure dei mezzi di pagamento), l’ alienazione e la ossessiva ripetitività lavorativo-esistenziale, l’ ateismo costretto dalla mancanza di tempo, di forze e di spirito ambientale, oggi anche la droga per supportare-sopportare (manco fosse su un bombardiere per massacrare i popoli), … Fusaro è sulla strada giusta…
Circa Alinsky, grazie per l’ info, mi documenterò maggiormente, ma mi pare molto, ma molto più parziale di un certo Fiodor Michailovic Dostoyevsky dalla verità cruda, atemporale, quasi indiscutibile…
Che Alinsky fosse parziale è indubbio, ebreo-marxista-ateo-luciferino, ma era un genio dell’azione e dell’organizzazione radicale delle classi povere che in Usa erano principalmente i ghetti razziali. Invece di leggere il banale Sun Zu, bisognerebbe leggere il molto più interessante Alinsky. Persino certi ambienti di destra Usa (Tea Party), certo non molto aperti mentalmente, lo hanno capito e lo hanno usato come maestro per le LORO idee ed i LORO fini. CasaPound prenda nota.