Roma, 21 mar – Ognuno reagisce alla reclusione forzata imposta a suon di decreti a modo suo: c’è chi fa sport, chi fa l’opinionista da social, chi segnala i vicini che escono a portare fuori il cane, chi cucina … La lettura in questo caso, almeno stando a quanto si evince dai social, è un po’ accantonata. Ed è strano, perché offre certamente la sicura evasione. Il fatto stesso di doversi concentrare su una pagina ci preclude la possibilità di prestare attenzione ad altro. E sebbene sia giusto informarsi, esprimersi e svagarsi con simpatici filtri di Instagram e amenità varie, forse non è sempre la cosa migliore per la nostra salute mentale. In questi giorni molti di noi sono troppo preoccupati per trovare la giusta predisposizione alla lettura, ma è un sacrificio (per così dire) che ripaga sempre. Ci permette di vivere una salutare “fuga da fermo”, di imparare e financo di tenere allenate le sinapsi – in molti si stanno preoccupando per la propria forma fisica, ma anche allenare testa e cuore è importante, in questi giorni difficili.
5 Atti di adorazione, Yukio Mishima
A lungo inediti in Italia, questi sette racconti dello scrittore giapponese si intrecciano tutti attorno al tema del dominio e della sottomissione. Nel primo di essi, quello che dà il nome alla raccolta, c’è un vecchio professore e poeta che viene accompagnato dalla sua adepta/badante (nonché aspirante poeta anch’essa) in un viaggio per santuari per compiere una missione “misteriosa”. I luoghi narrati sono fantastici e pieni di significati. Altri racconti parlano dei rapporti tra studenti nelle rigide scuole di Kendō, di innamorati che si lasciano in mezzo alla pioggia, di scherzi violenti tra ragazzi e uno di essi, Tramonto sul mare, di un francese che ricorda la sua partecipazione alla Crociata dei Bambini del 1212 e di come questa avventura lo abbia portato a rimirare, appunto, uno splendido tramonto sul mare in Giappone.
4 Nascosti tra le foglie, Franco Nerozzi
In questo romanzo – autobiografia di Nerozzi edito da Altaforte si viaggia e si viaggia con coraggio: Africa, Asia, la guerra è un filo rosso – la vicinanza con la morte, col pericolo autentico, con l’abietta realtà e i loschi affari che spesso la modificano. Leggendo le peripezie che portano il protagonista da essere un reporter di guerra a diventare parte integrante del conflitto, si rimane colpiti anche dalle riflessioni mai scontate, mai banali, sull’importanza del saper osservare e comprendere (“nascosti tra le foglie” come i guerrieri guidati dalla filosofia del bushidō), quale sia la parte giusta alla quale donare la propria spada e la propria devozione. In questo caso, la lotta alla quale partecipare è quella del popolo Karen, che in Birmania combatte per l’affermazione del proprio diritto ad esistere.
3 Tifone – Gioventù, Joseph Conrad
Questi due racconti di uno degli scrittori di avventura per eccellenza, il marinaio Conrad, sono usciti “accoppiati” per la collana Oscar Mondadori. Il primo racconto, Tifone, ci precipita a bordo di una nave schiaffeggiata da venti di tempesta, guidati dal capitano MacWhirr che si troverà costretto a superare se stesso oltre che le avversità in cui lo precipita un tifone tropicale. Secondo molti biografi di Conrad, questo racconto sarebbe strettamente legato alla sua esperienza personale, vissuta a bordo del piroscafo John Best. Anche Gioventù parla delle peripezie marinaresche di Marlow, che racconta ai suoi amici del difficile e a tratti sovrumano viaggio che alla fine lo porterà in Oriente; tempeste, incendi, naufragi. Quel che è importante soffermarsi ad osservare è che tutti questi racconti, perfettamente narrati, sono farina del sacco dell’esperienza stessa polacco Conrad – quindi anche dei suoi coevi. Per capire al meglio le condizioni eroiche in cui questi uomini si trovavano a viaggiare e a lavorare, quando avrete di nuovo la libertà di muovervi, vi invito a visitare a Genova il Galata, Museo del Mare. In questo bellissimo spazio espositivo dedicato al rapporto tra uomo e mare è stato ricostruito (tra le altre imbarcazioni) anche un brigantino del tutto simile a quello su cui ha viaggiato Conrad.
2 Pan, Knut Hamsun
Il protagonista del romanzo di Hamsun è il tenente Thomas Glahn. In Pan la natura è protagonista tanto quanto i pochi personaggi che la popolano. Anzi, la natura narra le vicende e man mano anche i sentimenti del tenente solitario, che vive in una baracca di caccia ai margini del piccolo villaggio norvegese. Glahn ama la natura e come ne capisce e rispetta i cicli ineffabili e la sua crudeltà, così ama tutto il resto – compresa la giovane e testarda Edvarda. In breve, Glahn anche se spinto sull’orlo della disperazione rifiuta di prostrarsi, di scendere a compromessi. Accetta solo ciò che è naturale, ciò che sgorga spontaneo. Si sente fuori posto, gigantesco, nelle piccole occasioni sociali che gli offre il villaggio vicino. Le descrizioni sensuali e vibranti che Hamsun fa della foresta norvegese, frammezzate da parentesi quasi oniriche e devote a divinità perdute (come Pan, appunto) portano la mente del lettore altrove, a scavare anche nei propri ricordi che connessi alla natura (forse questo ci farà venire voglia di “frequentarla” di più quando sarà di nuovo possibile).
1 Il vagabondo delle stelle, Jack London
Molti di voi conosceranno London sicuramente per le sue opere che molto spesso (in versioni rese più “digeribili”) popolano gli scaffali della letteratura per ragazzi: Il richiamo della foresta e Zanna bianca su tutti. Ma London può (e deve) accompagnarci anche nella crescita. La sua vita stessa è un’avventura e della sua avventura su questa terra ci ha detto molto in Martin Eden, ne La strada e in John Barleycorn – tutti libri da recuperare in questi giorni di forzata inattività e anche nei momenti di pausa dallo smart working (che poi spesso significa passare più tempo davanti al pc, forzatamente a contatto con il surplus negativo di informazioni). Pensate che London fu pescatore clandestino di ostriche, lavandaio, cacciatore di foche, corrispondente di guerra, agente di assicurazioni, pugile, coltivatore e cercatore d’oro. Ma tutte le sue vite “terrene” evidentemente non gli bastavano. Così nel 1915 partorisce Il vagabondo delle stelle, che ha per tema la metempsicosi. Il protagonista del romanzo e narratore è un professore universitario, Darrell Standing, detenuto nel carcere di San Quentin per l’omicidio del professor Haskel, anche se verrà condannato a morte per l’aggressione a un secondino. Negli ultimi tre giorni di esistenza, Darrel scrive le sue memorie e per meglio dire un elenco di “viaggi” nelle sue vite passate che conduce nei lunghi periodi di isolamento a San Quentin. Oltre a le affascinanti narrazioni sulle vite condotte prima della sua ultima reincarnazione, Darrel offre un punto di vista crudo e critico sulle condizioni di vita dei carcerati, tema che è tornato poco fa molto attuale anche da noi.
Ilaria Paoletti
1 commento
Grazie, bella articolo