Roma, 23 giu – “Il virus è già sconfitto, Speranza sbaglia ad aspettare zero morti“: parola di Massimo Clementi, ordinario di Microbiologia e Virologia al San Raffaele di Milano. “Un’affermazione del genere dimostra che la politica sta ancora con entrambe le scarpe dentro la pandemia. E’ un obiettivo impossibile. Zero forse non esiste per qualsiasi malattia, ma la battaglia contro il Covid è già stata vinta, se ne facciano una ragione”. Così il virologo contesta la linea a dir poco prudente del ministro della Salute.
Clementi: “Il virus è già sconfitto, ma chi ci governa continua a considerarlo imbattibile”
Il coronavirus è già sconfitto, ma fa gioco non riconoscerlo. Secondo Clementi, intervistato dal Quotidiano Nazionale, “chi ci governa continua a considerarlo un nemico imbattibile anche se ormai non ha scampo. Sulle mascherine da tenere in tasca mi sento di dire: era ora. Anche se penso che non sia un addio definitivo. Al prossimo picco di influenza la gente tornerà a coprirsi la bocca in metropolitana. E non perché sia imposto ma perché abbiamo capito che è una misura di prevenzione intelligente”. Il virologo spiega che la battaglia contro il coronavirus è vinta “perché con i vaccini abbiamo trovato le armi giuste. E se smettiamo di vaccinare perdiamo, il confine è abbastanza sottile.
“Variante Delta va ridimensionata”
L’esperto ridimensiona anche il clamore mediatico sulla variante Delta. “Questo virus non può inventarsi vie di fuga all’infinito, ha i suoi limiti. Anche la tanto sbandierata variante Delta va ridimensionata: è vero che si diffonde di più, anche fra i giovani, ma non aumenta il numero dei ricoverati“, spiega Clementi.
Il virologo contesta il mix di vaccini
Clementi contesta anche la decisione, tutta politica, del mix di vaccini. “AstraZeneca è stato sfortunato dall’inizio pur avendo dimostrato di potere di bloccare l’infezione in maniera eccellente. Al primo caso problematico e certamente doloroso abbiamo reagito in maniera emotiva senza una sufficiente valutazione dei dati”, fa presente, ricordando il caso della 18enne ligure morta di trombosi dopo il vaccino AstraZeneca. Secondo l’esperto si è deciso emotivamente “il dirottamento sulla vaccinazione eterologa anche se è stata studiata solo su un campione di 800 persone. Ancora una volta una scelta politica e non scientifica”, conclude.
Adolfo Spezzaferro