Roma, 3 giu – Due navi Ong violano il codice di condotta del governo. Scatta il fermo amministrativo per la Mare Go e la Sea Eye 4.
La difesa dell’Ong: “Abbiamo violato il decreto di un governo postfascista”
Nell’arco di poche ora di distanza le autorità italiane hanno sottoposto a fermo amministrativo e multato due navi facenti capo a due diverse Ong tedesche per aver violato le disposizioni governativi in materia di salvataggi in mare. Il primo caso è quello della nave Mare Go che si è rifiutata di dirigersi nel porto indicato. Infatti, dopo aver imbarcato 36 migranti l’equipaggio della Mare Go ha scelto di dirigersi a Lampedusa dove nella nottata di ieri ha portato a terra il suo “carico”, anziché fare rotta verso il porto di Trapani che era stato assegnato loro dalle autorità. Sui propri social l’Ong ha commentato il fermo in questo modo: “Abbiamo violato il decreto legge del 2 gennaio del governo postfascista di Meloni, che è un altro strumento per lasciare affogare la gente che emigra ed impedire a chi fa solidarietà di intervenire”. Anzi, la stessa organizzazione si difende affermando che il porto di Trapani fosse eccessivamente lontano e che la nave non fosse sufficientemente attrezzata (viene da chiedersi allora cosa ci facesse una simile bagnarola in mare): “È stato assegnato il porto di Trapani, a un minimo di 32 ore di distanza. Abbiamo comunicato alle autorità che Mare Go non è attrezzata per curare le persone soccorse per quel periodo di tempo e che il nostro equipaggio è stato in mare aperto per diversi giorni effettuando diverse operazioni di soccorso e quindi è irragionevole continuare così tante ore di navigazione per quanto riguarda il benessere delle persone soccorse e del nostro equipaggio. Ecco perché abbiamo deciso di dirigerci invece verso Lampedusa. La Capitaneria e la Guardia di finanza sono state informate del fatto, in assenza di altra possibilità di raggiungere un Pos in sicurezza”.
Il caso della Sea Eye 4
Il secondo caso riguarda invece quello della Sea Eye 4. La nave – sbarcata ieri nel porto di Ortona con a bordo 49 migranti – aveva condotto un primo intervento a largo delle coste libiche il quale aveva coinvolto 17 migranti, per poi effettuare un secondo intervento anziché dirigersi nel più breve tempo possibili verso il porto assegnato. Come si legge nel provvedimento emesso dalla Guardia costiera: “L’unità, dopo aver effettuato il primo intervento di soccorso in acque libiche contravveniva all’impartita disposizione di raggiungere nel più breve tempo possibile il porto di Ortona, dirigendo invece su un’altra unità di migranti sulla quale, sotto il coordinamento di Imrcc Roma, stava già dirigendo in soccorso una motovedetta sar della Guardia costiera italiana”.
Michele Iozzino
1 commento
Governo “postfascista” ? MAGARI !!!