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Il diktat del Veneto: “L’alunno che rifiuta la mascherina in classe sarà segnalato in Prefettura”

by Cristina Gauri
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mascherina

Treviso, 18 nov – Gli alunni delle scuole venete che si opporranno all’obbligo di indossare la mascherina in classe dovranno essere segnalati al Prefetto dall’autorità scolastica. Il genitore del bambino o dell’adolescente che si rifiuta di far usare a scuola i dispositivi di protezione individuale verrà quindi considerato un potenziale problema di sicurezza pubblica. E’ questo il contenuto dell’incredibile nota, diffusa dall’Ufficio scolastico regionale del Veneto, per fare chiarezza sugli interrogativi di Dirigenti scolastici, docenti e famiglie sul Dpcm del 3 novembre. Lo riporta OggiTreviso.

Sempre per quanto riguarda le mascherine, viene raccomandato l’uso di quelle di tipo chirurgico ma non è vietato l’uso di quelle di altro materiale, come la stoffa (mascherina di comunità). Basta indossarle, insomma, altrimenti le autorità ne verranno informate. Benché «momenti di mitigazione di tale obbligo possono rinvenirsi in occasione delle pause dall’attività didattica», è previsto «l’obbligo, anche su base locale, di utilizzo della mascherina anche in situazioni statiche e con il rispetto del distanziamento interpersonale». A nulla serve sedersi distanziati, il dpi va quindi messo sempre. Da tale obbligo restano esonerati, come già noto e ribadito dallo stesso DPCM, «i bambini della scuola dell’Infanzia, i docenti, gli ATA e gli allievi con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina (opportunamente documentate), nonché gli insegnanti di sostegno e gli OSS che interagiscono con questi ultimi».  Come immaginabile è scattata la contestazione di una parte dei genitori, che trovano la misura a dir poco inconcepibile.

Scatta, per scuole elementari e medie, l’attivazione della didattica a distanza nel momento in cui un alunno viene posto in quarantena o in isolamento fiduciario. La Dad in questo caso sarà comprensiva delle interrogazioni e relative valutazioni. Dovranno poi essere garantite, con lezioni sincrone e asincrone, almeno 20 ore di insegnamento in classe, mentre si svolgeranno tassativamente a distanza tutte le riunioni: dai Consigli di classe, al Collegio docenti, al Consiglio di istituto alle udienze docenti- genitori E sempre da remoto si voterà, il 20 e il 30 novembre prossimi, per il rinnovo dei Consigli di istituto.

Cristina Gauri

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